In occasione della giornata commemorativa della shoa la biblioteca comunale di Scafati “Francesco Morlicchio”ha organizzato una serie di eventi. La coordinazione e l’organizzazione degli eventi sono state supportate dal comune, dalla biblioteca e dall’ufficio cerimoniale. Queste storiche iniziative sono iniziate il giorno 27 gennaio (giorno ufficiale per il ricordo delle vittime dell’olocausto) fino al 4 febbraio.
Emblematica ed eloquente è la frase del rabbino Alfonso Arbib che disse:”La semplice memoria dei fatti non impedisce che questi si ripetano. È necessario invece studiare a fondo la storia e capire perché gli errori del passato si possono ripetere e come possono essere evitati”.
Venerdì 27 gennaio c’è stata la proiezione del film “Train de vie” ed inoltre in biblioteca sono state allestite (fino al 4 febbraio) una mostra bibliografica e fotografica su questo importante tematica.
A questo proposito ho intervistato il responsabile dell’ufficio cerimoniale del comune Liberato Sicignano.
Come avete pianificato questo evento?
Questa giornata è stata organizzata di concerto tra il comune, la biblioteca comunale e l’ufficio del cerimoniale. La responsabile della biblioteca Maria Benevento ha curato la parte bibliografica, mentre per la parte fotografica e cinematografica ci siamo coordinati noi dell’ufficio del cerimoniale.
Qual è il fine di questa pregevole iniziativa?
Ovviamente l’obbiettivo principale è quello di mantenere vivo il ricordo di questa terribile strage, di modo che le nuove generazioni non si dimentichino di quando l’uomo diventa nemico dell’uomo. Il nazifascismo è stato una delle pagine più crudeli e tristi della nostra storia.
Organizzate ogni anno celebrazioni per il ricordo della shoa?
Sono anni che lavoriamo e cerchiamo di coinvolgere le scuole locali al fine di rendere sempre più vivo e tutelato il ricordo della shoa.
Perché avete scelto la proiezione del film “Train de vie”?
La scelta è stata meditata. Poiché in realtà questo film a differenza di tantissimi altri trasfigura la questione in maniera certamente più grottesca e buffa, ma senza accantonare il suo messaggio etico e storico. Pertanto abbiamo voluto descrivere la shoa in maniera difforme alle solite descrizioni ottenendo allo stesso tempo lo stesso risultato.
L’iniziativa ha avuto molto seguito?
Il pubblico ha risposto in maniera alquanto energica mostrandosi molto sensibile. Questo perché questi sono temi che hanno un loro trattamento anche a livello nazionale (giornali, televisione, radio) ed inoltre devo sottolineare il grande contributo che tutto il Comune e gli enti comunali hanno profuso nella realizzazione dell’iniziativa.
Aniello Danilo Memoli