Castellammare, Esposito (Fli): “Il giorno della memoria per le barbarie naziste sia occasione di riflessione”

«L’annuale ricorrenza del Giorno della memoria deve essere un’occasione di ricordo e di approfondita riflessione» è quanto sostiene l’avv. Cataldo Esposito, presidente del circolo stabiese di FLI.

«Il ricordo degli orrori che la barbarie nazi – fascista provocò in Europa e che, né oggi che sono passati più di sessanta anni, né in futuro, potranno mai essere tanto lontani nel tempo da spingere alla loro rimozione. Deve essere compito di tutte le forze sinceramente democratiche, al di là delle differenziazioni politiche contingenti, non disperdere la lezione di coraggio e libertà offerta da coloro che a costo di immani sacrifici seppero far vincere la parte giusta sulla parte sbagliata e che, nel nostro Paese, ha trovato la più piena realizzazione nei principi della nostra Carta Costituzionale.»

«Questa ricorrenza , facendo le debite proporzioni, non può che lanciare un monito a tutti coloro i quali, un po’ troppi e spesso per catturare un facile consenso, non sanno fare di meglio che additare il “diverso” come causa di tutti i mali: oggi l’immigrato extracomunitario, domani lo “zingaro”, e domani l’atro l’omosessuale, fino ad arrivare a chi non la pensa allo stesso modo. Da qui l’esigenza di combattere senza tentennamenti ogni forma di razzismo e discriminazione e di costruire un nuovo patto di cittadinanza inclusivo dei nuovi italiani che sono tali al di là del colore della pelle e del credo religioso.»

«Infine, non va ignorato che ancora oggi tanti, troppi, vivono in nazioni caratterizzate da feroci dittature, di destra e di sinistra, che non esitano a reprimere ed uccidere per soffocare qualsivoglia forma di dissenso. Dalla Cina a Cuba, dalla Bielorussia alla Birmania fino a una parte cospicua del mondo arabo. E’ chiaro che tali Paesi non possono non essere nostri interlocutori economici e commerciali, ma assistere come è successo, alla giustificazione e all’idealizzazione di rozzi dittatori è stato uno spettacolo al quale si spera di non assistere più. In caso contrario, qualsiasi celebrazione per la ricorrenza del 27 gennaio, anche la più eclatante, finirebbe per essere contraddittoria.»

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