Ottaviano, il Comitato Civico: “La Soprintendenza si occupi dell’importante capitello rinvenuto sul nostro territorio”

Scoperto per caso negli anni ’80 durante i lavori per la costruzione di una scuola elementare, è stato nei locali di un’azienda edile fino al gennaio 2011, quando è stato consegnato ai carabinieri e quindi al Museo Archeologico di Nola. Da allora, nonostante gli appelli di associazioni e comitati e nonostante si potrebbe trattare con ogni probabilità della testimonianza di un passato glorioso, quella che potrebbe essere la scoperta archeologica più importante degli ultimi anni giace senza nomi, senza date e senza indicazioni nel suddetto Museo. Si tratta di un antico capitello rinvenuto anni fa nella località “Villa Albertini” al confine tra Piazzolla di Nola e Ottaviano mentre era in costruzione il parcheggio della scuola. Da quando è stato restituito alla collettività l’oggetto non ha però calamitato l’attenzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici, che non solo non ha sottoposto ad alcun vincolo l’area dov’è avvenuta la scoperta, ma non ha nemmeno effettuato alcuno studio sul capitello. Capitello, che, a sentire il vicepresidente del Comitato Civico di Ottaviano (fu proprio il comitato a segnalarne l’esistenza alla Soprintendenza un anno fa) Gennaro Barbato, avrebbe caratteristiche “uniche” in Italia. Il Comitato lo scorso anno ha già organizzato una manifestazione, subito dopo la collocazione del manufatto nel Museo, per sottolineare l’importanza della scoperta sperando in un diretto interessamento della Soprintendenza. Nulla da fare, il capitello è rimasto ufficialmente “anonimo”. Eppure dai suoi connotati immediatamente visibili è possibile ipotizzarne le origini romane antiche. Si tratta di un capitello dalla superficie di circa 1,5 m per 400 kg in marmo bianco che presenta diversi ornamenti tra i quali delle foglie d’acanto e delle rose. Queste ultime hanno fatto supporre ai più che l’oggetto potrebbe provenire da una villa che Tiberio fece erigere alla morte di suo padre Cesare Ottaviano Augusto, essendo la rosa uno dei simboli della sua dinastia. Altra ipotesi è che il capitello avrebbe fatto parte di un tempio dedicato a Castore e Polluce. “Il capitello potrebbe essere l’indizio – ha spiegato Barbato – che nei pressi del luogo del ritrovamento si trovi un vero e proprio sito archeologico. E’ per questo che chiediamo alla Soprintendenza studi approfonditi su questo ritrovamento importantissimo. Chiediamo a tutte le istituzioni che prendano coscienza di ciò che una simile scoperta potrebbe rappresentare per il nostro territorio soprattutto sotto il profilo turistico e quindi economico”.

Francesco Ferrigno

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