A rischio le cure per 500 bambini, Dimensione Civica: “Salvare il CMP di Castellammare”

«Come è stato possibile contrarre un contratto di convenzione riabilitativo con un centro che ha tra i suoi soci un indiziato per infiltrazione camorristica?».

Questa è la domanda che si sono posti i genitori di alcuni bambini con problemi di apprendimento funzionali e intellettivi, finora seguiti dal Centro Medico Psicosomatico (CMP) di Castellammare di Stabia, ed ora allarmati dalle voci di una sua imminente chiusura con il conseguente licenziamento di tutti i dipendenti. Il centro, che opera quasi in esclusiva con l’Asl Napoli 3 Sud, ha sottoscritto un contratto di accreditamento con l’azienda sanitaria e avrebbe dovuto completare la fase burocratica con la certificazione antimafia, certificato non ottenuto perché la Prefettura avrebbe comunicato all’Asl che la responsabile, Olga Acanfora, si trova in stato interdittivo in quanto imputata di infiltrazioni camorristiche. Il CMP non può stipulare accordi con strutture pubbliche, da qui la revoca del contratto di convenzione, come conseguenza non si assicura la continuità del rapporto di lavoro ai sui dipendenti per cui a breve dovrebbero partire le lettere di licenziamento.

Il CMP segue dal punto di vista psicoterapico circa 500 bambini: se il centro dovesse realmente chiudere, i genitori non saprebbero dove portarli visto che i centri riabilitativi della zona sono al completo. Alcuni genitori si sono rivolti a “Dimensione Civica”, associazione di tutela dei diritti dei cittadini, la quale attraverso il suo responsabile, Andrea Morgone, ha inviato un’istanza all’assessore alla Sanità della Regione, illustrandogli la gravità della situazione che si verrebbe a creare qualora non si dovesse trovare nell’immediato un’alternativa all’interruzione delle prestazioni erogate dal  centro. La stessa istanza è stata inviata per conoscenza all’Asl Napoli 3 Sud.

«Se nel contratto si ravvedono delle responsabilità di qualcuno – spiega Andrea Morgone – è bene che questi ne risponda direttamente alle autorità competenti. È necessario che il centro non chiuda e si trovi una soluzione che rispetti la legalità e continui ad operare per il bene di bambini che assiste, i quali hanno un rapporto di fiducia con gli operatori e privandoli di questi si potrebbero vanificare i progressi raggiunti».

Una delle soluzioni, secondo il responsabile di Dimensione Civica, sarebbe «il commissariamento della struttura, con una gestione controllata che permetta il rilascio del certificato antimafia, nonché il prosieguo delle cure per i bambini e la salvaguardia dei posti di lavoro». Altra soluzione, meno a breve termine, potrebbe essere «il dirottamento di uomini, pazienti e servizi verso le Terme di Stabia, azione che permetterebbe anche il salvataggio definitivo delle Terme stesse».

Intanto i genitori hanno indetto una manifestazione per il giorno 14 febbraio in piazza Giovanni XXIII, sede del Comune di Castellammare di Stabia, per manifestare tutta la loro preoccupazione per il bene dei figli.

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