“Pur non conoscendo l’articolato della proposta di complessivi 10 articoli – continua Capodanno – non condivido però il fatto che la storicità di un locale sia legata a ben 70 anni di vita. Il periodo di tempo da prendere in considerazione deve essere, a mio avviso, ridotto a cinquant’anni, in analogia a quanto stabilito in altre regioni. E’ fondamentale, inoltre, che, accanto alle provvidenze economiche, si stabilisca, per le attività riconosciute dalla legge, in base all’elenco risultante presso i singoli comuni, la tutela della vocazione merceologica determinatasi nel tempo, per mantenere in futuro la medesima connotazione con preciso riferimento alla particolare merceologia al fine di evitare il subentro di altre diverse”.
“A questo punto è auspicabile che, in attesa dell’approvazione della proposta di legge in questione, anche il Comune di Napoli faccia la sua parte – prosegue Capodanno -, approntando gli elenchi di quei locali in possesso dei requisiti per poter essere classificati come storici, così come fatto già da tempo a Roma e a Milano, per distinguere i quali verrà apposta una targa con un logo che ne individui la caratteristica di locale storico”.
“Chiediamo – conclude Capodanno – una sorta di corsia preferenziale per la discussione in aula della proposta presentata, a tutela di altri negozi storici che in questo momento potrebbero essere in difficoltà rischiando la chiusura. Evitando così che la legge da approvare non abbia alcuna utilità, per la totale scomparsa dei soggetti che potrebbero beneficiarne”.