Castellammare, l’opposizione: “Mandare Bobbio a casa sarà una liberazione per gli stabiesi”

Il giudizio sulla giunta Bobbio è estremamente critico e deludente.

Dal suo insediamento la sua amministrazione è andata avanti solo ed esclusivamente per proclami, senza risolvere alcun problema, con sperpero di denaro pubblico e clientelismi senza precedenti, creando ad arte polemiche inesistenti per distogliere l’attenzione dai problemi seri e gravi della città e per cercare di occultare la profonda crisi politica che sta vivendo da tempo.

Rispetto agli impegni programmatici presi in campagna elettorale Bobbio non ha realizzato alcunché. Siamo a quasi due anni dalla sua vittoria alle elezioni e lo stato degradante della città e d’immobilismo amministrativo è sotto gli occhi di tutti.

Dal lavoro alla quotidianità della vita cittadina non c’è un settore dove l’azione di questo centrodestra si sia rivelata incisiva e foriera di quel cambiamento sbandierato dal nuovo sindaco e auspicato dai cittadini che l’hanno votato.

Queste critiche ormai vengono rivolte al Sindaco dagli stessi partiti che lo sostennero in campagna elettorale, da partiti e consiglieri che compongono l’attuale maggioranza, dall’ex assessore Balestrieri che ha denunciato cose gravissime, dall’ex Presidente delle Terme Dello Ioio.

La posizione assunta dal segretario Melisse dell’UDC  in Consiglio Comunale  e  il manifesto prodotto in questi giorni, da tre consiglieri comunali Alfano, Cascone ed Esposito di questo stesso partito evidenzia che siamo in presenza di una vera e propria crisi politica.

Il Sindaco sta provando a nascondere lo sfaldamento in atto della sua maggioranza, alimentando un mercato politico  fatto di incarichi, di poltrone in giunta, di ripristino dei Consigli di Amministrazione.

Questa ennesima  trattativa “sottobanco”, necessaria al Sindaco per avere la maggioranza in Consiglio Comunale, sta avvenendo senza chiarezza, sulla testa della città e dei suoi problemi e dopo che in questi mesi abbiamo dovuto assistere al cambio di sei assessori, di quattro amministratori delle partecipate, di due direttori, oltre alle nomine di persone provenienti dal Casertano.

Bobbio ha fallito e il suo fallimento è ben visibile e manifesto. Una città in ginocchio, con una differenziata al palo, aumenti a raffica dei tributi locali scaricati sui cittadini, vertenze lavorative irrisolte e sottovalutate. Dove sono i piani di rilancio tanto sbandierati?

Abbiamo chiesto più volte al Sindaco di venire in Consiglio comunale a spiegare, relazionare ed illustrare le strategie della sua amministrazione, anche sui temi più caldi, quali lavoro e società partecipate (Sint, Terme, Multiservizi, Asam).

La maggioranza non è mai stata in grado di reggere un confronto significativo, ignorando sempre le richieste dei partiti, dei consiglieri, dei sindacati, delle associazioni, dei giovani che sono sempre stati disponibili a fare la loro parte e a dare il loro contributo. Anzi essa si è appiattita e, per il tramite del suo capo, è scaduta in ingiurie ed epiteti che non si addicono minimamente ad un confronto democratico, seppur serrato e franco.

Da più parti sono state poste invano legittime domande al Sindaco e ai vertici delle partecipate.

Quelle domande sono il documento programmatico e sottintendono il nostro modo di agire se fossimo forza di governo.

Sono state portate all’attenzione del centrodestra idee e contributi, sono state proposte soluzioni. È accaduto in Consiglio comunale sui bilanci, sulla Tarsu, sulla Multiservizi, sulle Terme, su Fincantieri, sulle spiagge, ecc.

Bobbio ha deluso perché si è millantato come salvatore della patria ma non governa.

Noi vogliamo una raccolta differenziata estesa, una città pulita, tributi equi, giustizia sociale e politiche di attenzione verso i più deboli, che l’Acqua della Madonna, il porto, il cantiere, le spiagge,la Reggia, le Terme tornino ad essere un volano per la nostra economia.

La richiesta di scioglimento del consiglio comunale e il mandare a casa Bobbio non è una congiura di palazzo ma un obiettivo politico che legittimamente ci poniamo come forze dell’opposizione e che sempre più cittadini chiedono anche ai consiglieri di maggioranza.

Noi chiediamo che la crisi politica in atto da mesi si svolga alla luce del sole, chiarendo alla città quali sono gli aspetti che l’hanno determinata .

Da due anni ormai si procede a tentoni, senza un programma e solo con annunci. Così non si può andare avanti, così la città rischia il tracollo.

Spetta anche ai singoli consiglieri comunali di maggioranza assumersi la responsabilità di valutare se esistono ancora le condizioni per andare avanti .

La città ci chiede di essere liberata da un primo cittadino tanto presuntuoso ed esaltato quanto vuoto e inconcludente.

Noi chiediamo lo scioglimento del consiglio comunale per riaggregare le forze sane ed aprire una nuova stagione, in discontinuità netta con il passato, per consentire a Castellammare di risollevarsi davvero.

Non ci interessano nomi, ipotetici candidati, poltrone. È il progetto politico che deve essere messo al centro. Un progetto che veda la realizzazione del Più Europa, la costruzione del bacino per Fincantieri, il vero rilancio delle Terme e delle varie realtà in crisi, la riconversione della nostra città. Le risorse sono scarse e occorre utilizzarle in maniera oculata, non certo dando 180 mila euro all’anno al testimone di nozze del sindaco.

Combattere questo modo illegittimo, clientelare e spendaccione di gestire la cosa pubblica e chiedere lo scioglimento del consiglio comunale è un dovere verso la città e le sue forze sane.

Chiediamo di restituire subito la parola agli elettori per dare una nuova risposta alle attese dei cittadini e non perdere ulteriore tempo prezioso.

Documento politico delle opposizioni di Castellammare

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