A Poggioreale visita ispettiva dei Radicali: in carcere condizioni di vita disumane

Circa tre secoli fa, Voltaire scrisse “Non mostratemi i vostri palazzi, ma le vostre carceri, poiché è da essi che si misura il grado di civiltà di una nazione.”.
In Italia però, la possibilità di un sistema carcerario ‘a prova d’uomo’ sembra essere ancora un’utopia; nonostante anni di lotte che non hanno mutato a livello sostanziale la situazione attuale dei detenuti italiani, la battaglia a favore di un miglioramento del sistema penitenziario viene portata avanti con grande fervore da parte dei radicali.
Ieri, Venerdì 10 Febbraio, l’Associazione Radicale ‘Per la Grande Napoli’ ha infatti tenuto una visita ispettiva presso il carcere di Poggioreale, con la partecipazione del senatore Luigi Compagna.
Al termine della visita Luigi Mazzotta, segretario dell’Associazione, ha dichiarato: ‘I carcerati sono costretti a vivere in condizioni disumane, occupando celle di 10 metri quadrati dove sono rinchiuse anche quindici o venti persone. Il diritto alla salute e alla rieducazione qui è negato per definizione.’
Non diversa l’opinione del procuratore generale di Napoli, Vittorio Martusciello, interpellato sul testo ribattezzato ‘svuota carceri’ che ha dichiarato: “Serve un intervento. Quello appena approvato inciderà molto poco sull’affollamento delle carceri. Era necessario intervenire perché la situazione è veramente esplosiva. Detto questo mi sembra un provvedimento che non crea grandissimi effetti positivi, al di la della ridondanza del nome giornalistico ‘svuota carceri’. La legislazione attuale già oggi consente di scontare l’ultima parte della pena, pari a 12 mesi, in regime di domiciliari. La modifica con la nuova legge è un innalzamento del beneficio a 18 mesi e questo in realtà non modifica il sistema carcerario. Insomma, gli effetti sono abbastanza modesti.”
E’ necessaria la creazione di una coscienza sociale radicata del problema: oggi la disparità sociale maggiore avviene infatti nelle carceri, luoghi in cui i diritti umani vengono violati regolarmente e che non garantiscono la rieducazione che spetterebbe ai detenuti.
Lo scrittore e giornalista Roberto Saviano ha recentemente condiviso, tramite social network, una sua breve riflessione sulla difficile situazione penitenziaria italiana: “In carcere un suicidio ogni cinque giorni. Le condizioni di vita sono spesso disumane. I detenuti in Italia sono cresciuti dell’80% in 10 anni e le strutture rimaste invariate: 80 detenuti per 50mila posti. E’ dal funzionamento di carceri e sistema giudiziario che si misura la democraticità di un Paese. E l’Italia ha molta strada da fare.
Maria Ilaria Incitti

 

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