Il 13 febbraio 2012 è il giorno della storica sentenza del tribunale di Torino sul caso Eternit, che ha dispensato responsabilità e condanne per le morti dei lavoratori e cittadini a causa delle fabbriche inquinanti dislocate in tutta Italia, e in questo stesso giorno a Pompei l’inchiesta sull’amianto aggiunge un tassello fondamentale. Negli uffici di Porta Marina Superiore l’ARPAC ha effettuato i rilievi ambientali sulle strutture che ospitano i dipendenti della SANP. L’inchiesta, d’altronde, è stata avviata dalla procura di Torre Annunziata in seguito a un’ intervista, nel novembre scorso, di Antonio Pepe, segretario della Cisl, sull’aumento delle patologie tumorali tra il personale degli Scavi. Il prefabbricato in questione, costruito negli anni ottanta, era destinato a ospitare provvisoriamente i lavoratori che da ben trent’anni continuano a succedersi nello stesso edificio, in attesa di una diversa sistemazione. Tale tematica, del resto, è stata al centro di un vertice tra sindacati e Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del Ministero dei Beni Culturali, tenutosi la scorsa settimana a Roma. Secondo quanto emerso al termine dell’incontro, la soluzione della delicata vertenza dovrà avvenire a livello locale, pur essendo prioritario per il dicastero l’interesse della salute dei lavoratori. A tal fine si auspica il trasferimento in tempi rapidi del personale interessato, per cui la nuova destinazione potrebbe essere rappresentata dagli edifici demaniali di Casina Pacifico e Porta Stabiae di recente ristrutturati. Se per il futuro, si spera prossimo, lo spostamento del personale appare l’unica via d’uscita praticabile, per il passato resta l’interrogativo, al vaglio dell’autorità giudiziaria, sulle responsabilità di coloro che, in questi anni, avrebbero dovuto vigilare e garantire la sicurezza degli ambienti di lavoro e la salute dei lavoratori.
Claudia Malafronte