Colpo di scena all’interno del Pdl cittadino. Pareva ormai certa la candidatura dell’attuale consigliere azzurro nonché maresciallo di Guardia costiera Ciro Di Giacomo a sindaco alle prossime elezioni amministrative di primavera ma sembra che il deputato ed ex sottosegretario all’Economia Bruno Cesario abbia fatto marcia indietro, sparigliando le carte e proponendo un altro nome, stavolta quello di una donna. Si tratterebbe di Gerardina Martino, direttore generale di un comune della provincia di Verona. Al momento non vi è alcuna ufficialità. Work in progress. La decisione però suscita polemiche e c’è chi farà valere le proprie ragioni dinanzi ai vertici provinciali del Popolo delle Libertà. “Non c’è stata nessuna presentazione – tuona Ciro Di Giacomo – questo è un nome proposto da Cesario. E’ una persona stimata, molto preparata e intelligente ma credo che il candidato ideale debba vedere convergere su di sé, se non l’unanimità, almeno la maggioranza dei consensi all’interno del partito e delle liste collegate ma soprattutto che sia ben radicato sul territorio, di cui debba rappresentare la diretta espressione, anche a riconoscimento di un impegno politico profuso da diversi anni”. Elementi che pare non giochino a favore della Martino. E’ evidente quindi che Di Giacomo mal digerirebbe l’ipotesi di tale candidatura e soprattutto l’idea di chinare il capo e farsi da parte. In quel caso il consigliere azzurro si direbbe pronto a richiedere le primarie di partito, sicuro alla fine di spuntarla. Al momento Di Giacomo gode del grande sostegno dell’europarlamentare del Pdl/Ppe nonché presidente dell’associazione Mezzogiorno di Fuoco Enzo Rivellini:”Riteniamo vada sostenuta la candidatura a sindaco di un uomo del territorio, l’amico Ciro Di Giacomo (già capogruppo e coordinatore del Pdl), risultato il consigliere ampiamente più votato nelle precedenti elezioni amministrative. Riteniamo che possa essere utile schierare al suo fianco, oltre alle liste coi simboli dei partiti nazionali, anche liste civiche. Non ha importanza la forma ma la sostanza e gli elettori, al di là delle sigle, sapranno riconsocere i candidati di qualità. Pertanto siamo certi che il Pdl saprà sfruttare al meglio l’opportunità offerta dalle prossime amministrative e, ripartendo dal territorio, rilanciare la buona politica anche a livello nazionale». C’è invece chi non si dichiarerebbe contrario alla candidatura della Martino, come il consigliere anch’egli del Pdl Alessandro Longobardi:”Di Giacomo è una persona validissima, sia in termini di consensi che proposte, che da sempre profonde un grandissimo impegno sul territorio, rappresentando un elemento senza il quale il centrodestra si impoverirebbe. Ma non credo che sia dannoso indicare una figura che possa provenire dalla società civile, o quantomeno che sia slegata da vincoli partitici e che vada al di là dei personalismi, da cui proviene ad esempio la fuga in avanti di Aquilino Di Marco (altro candidato per il centrodestra nonché consigliere comunale indipendente)”. Su facebook è tutto un profluvio di commenti molto critici nei confronti di Cesario e la sua eventuale decisione. Come quello di chi si firma Governo x San Giorgio :”Onorevole giù la maschera! Lei vuol favorire l’attuale sindaco Giorgiano cercando di creare dissapori tra chi è alternativo a quest’ultimo e soprattutto a lei. Si rassicuri, noi siamo dissidenti nei confronti di Giorgiano e la sua banda, ma non staremo mai con un transfuga come lei (esplicito riferimento al passaggio di Cesario dal Pd, passando nell’Api e poi approdato nel gruppo dei Responsabili n.d.r.)”. Il consigliere provinciale di Federazione della Sinistra Giorgio Carcatella ci va giù anche più duro non mancando di fare un’analisi generale dello stato attuale della politica sangiorgese:” Cesario è l’esempio eclatante di un’ idea che fa del senso dell’appartenenza un optional ma, francamente, è in buona compagnia. Quello che mi preoccupa è la mancanza di confronto sui temi che interessano la cittadinanza. E’ davvero osceno che, alla valutazione su quanto è accaduto in questi anni, ai problemi che sono rimasti irrisolti si anteponga una sterile e stantia operazione di maquillage che punta a rendere i cittadini sudditi di potenti e non teste pensanti che sperano di poter vedere la loro città migliorata. Dietro alla supposta idea di non frammentare, siamo di fronte a lobbies e gruppi di pressione interne ai partiti, laddove ogni eletto pensa di dover rivendicare qualcosa e di rappresentare la linea che bisogna tracciare. La verità è che c’è un arretramento culturale che ha fatto sì che soggetti che, non avrebbero mai avuto l’occasione di poter dettare i temi della politica, si sono ritrovati a gestire situazioni e quindi potere, facendone un pessimo uso. Bisogna partire da una nuova stagione di impegno che, a partire da alcuni temi chiari si contraddistingua per il rispetto che è dovuto a chi ritiene ancora la politica una cosa seria. Non è semplice, ma nemmeno impossibile. Basta far ripartire il confronto sulle cose e meno sulle persone. Qualcuno potrebbe dirmi… è na parola!”. Beh, sarebbe già un primo passo.
Claudio Di Paola