Venerdì 24 febbraio, ad Atripalda, rivive la Cucina Borbonica

Ad Atripalda, poco distante dal Capoluogo irpino, Avellino, un ristorante fuori dal comune propone i piatti della cucina borbonica, fra nobili suggestioni e accostamenti popolari. Il ristorante si chiama La Via delle Taverne e si caratterizza per l’originale scelta di presentare ai buongustai moderni le preparazioni culinarie che nel ‘700 conquistarono i viaggiatori europei giunti alla corte dei Borbone di Napoli, delle quali ci hanno lasciato descrizioni entusiastiche nei loro diari di viaggio. Questi squisiti piatti, capaci di incantare personalità quali Goethe e de Brosses, furono codificati per la prima volta dal cuoco Vincenzo Corrado che nel 1773, scrisse il “Cuoco Galante” definito all’epoca un libro di alta cucina, scritto e ristampato per ordini del principe per ben sei volte e considerato il primo testo scritto per la valorizzazione della cucina regionale italiana. Corrado, in qualità di “Capo dei Servizi di Bocca” del Principe di Francavilla, uno dei nobili napoletani nella cui casa si allestivano i banchetti più sontuosi, coordinava un piccolo esercito di maggiordomi, domestici e paggi, coordinando la preparazione di pranzi o cene in cui si univa la sapiente scelta delle vivande a particolari accorgimenti architettonici ed artistici creando coreografie sontuose e raffinate. Oggi le sue ricette rivivono nell’ambizioso progetto di Francesco Pedace, patron del locale e innamorato dell’antica cucina napoletana che, venerdì 24 febbraio, verrà riproposta in tutto il suo trionfo di sapori e odori in una esclusiva serata di degustazione. Un menù unico nel suo genere che prevede, come delizioso antipasto, una minestra di verza accompagnata da involtini di peperoni farciti con purea di ceci e involtini di melanzane farciti con ricotta e mandorle, seguiti da primi piatti saporiti quali la “granata di fungilli” e il “timpallo di maccheroni” e dall’ “allesso farcito di bue” come secondo. La serata sarà accompagnata, inoltre, dallo spettacolo de “L’anonimo napoletano” che impersonerà l’antica, ma sempre attuale maschera di pulcinella.

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