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Liberation day del Wwf, tornano a volare i rapaci feriti dai bracconieri in penisola sorrentina

Mercoledì 15 febbraio 2012 sarà ricordato dagli amanti degli animali come il “Liberation day”, il giorno della liberazione. In questa data il WWF Penisola Sorrentina ha proceduto alla liberazione di alcuni rapaci recuperati dai volontari dell’associazione e curati e riabilitati al Centro di Recupero Il Frullone di Napoli (CRAS).

Si tratta di una splendido esemplare di poiana (Buteo buteo), di un importante esemplare di falco pellegrino (Falco peregrinus) e di una civetta (Athene noctua) tutti feriti dai maldestri colpi dei bracconieri durante la trascorsa stagione di venatoria. Gli uccelli colpiti sono scampati alla morte solo grazie all’intervento degli ambientalisti e le successive cure dei veterinari del CRAS, e hanno potuto riprendere il volo. Alle zampe dei rapaci è stato applicato, dagli esperti ornitologi, un apposito anello di riconoscimento per poterli monitorare in futuro.

C’è un’immediata considerazione da fare – racconta Claudio d’Esposito Presidente del WWF Penisola Sorrentina – è come sia stato semplice e possibile sparare impunemente a tali importanti rapaci, rari e protetti, e come invece sia stato difficile, complesso e laborioso, cercare di salvarli.

Un solo cacciatore che non rispetta le regole, con una cartuccia di polvere da sparo del valore di 1euro, può fare enormi danni…di contro, per cercare di rimediare hanno invece lavorato in tanti: i cittadini che hanno rinvenuto gli animali feriti, gli attivisti del WWF, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia, gli esperti del Centro di Recupero, i veterinari dell’ASL, i tecnici radiografi, gli assistenti che hanno accudito l’animale durante la lunga degenza, gli ornitologi che hanno riabilitato il rapace alla predazione e hanno provveduto all’inanellamento dell’uccello…e potremo continuare.

E’ assolutamente impossibile – continua d’Esposito – confondere un uccello rapace (la poiana ha una apertura alare di quasi un metro e mezzo) con qualsiasi altra specie. Se tali animali vengono abbattuti lo sono deliberatamente, e questo ci dovrebbe far riflettere sulla professionalità e la civiltà inesistente da parte di diverse persone che continuano ad “imbracciare” indebitamente e pericolosamente un arma da fuoco.

Ma l’accorato interessamento dei cittadini a tali eventi non può che farci ben sperare. Siamo convinti che il bracconaggio sia una pratica anacronistica e, prima o poi, sparirà assieme alla caccia.

Ci auguriamo – concludono d’Esposito – che quei  pochi cacciatori sensibili, che pur ci sono, decidano quanto prima di appendere il fucile al chiodo, e di passare dalla parte di chi, tutti i giorni, combatte per salvare dai continui e devastanti attacchi del cemento e della speculazione il paesaggio, la flora e la preziosa fauna del nostro territorio.

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