Gli uffici del Giudice di Pace di Barra, in via delle Ville Romane, sono a rischio chiusura. Gli effetti della cura anti recessiva firmata Monti si fanno sentire anche sul fronte della giustizia, su cui si abbatterà una scure pesantissima. Un decreto legislativo del governo, ancora in via di approvazione, contenuto nel famigerato Milleproroghe, potrebbe portare alla chiusura di circa il 75% di tali uffici su tutto il territorio nazionale, per un risparmio totale di 28 milioni. Al fine di razionalizzare le spese e i costi di gestione di tali strutture, il provvedimento governativo lascia la possibilità alle amministrazioni coinvolte di tenere aperto il distaccamento, solo se intenzionate ad accollarsi le spese dell’operazione. Ma nel caso del Giudice di Pace di Barra, si tratterebbe di costi poco consistenti: la struttura è già di proprietà comunale e il numero dei dipendenti è contenuto. I giudici dell’ufficio barrese sono impegnati in 14mila cause ogni anno, di cui 10mila giungono a sentenza: una media considerevole, tenuto conto dei tempi biblici della giustizia. Il Giudice di Pace della periferia orientale ha un bacino d’utenza di 180mila persone: la sesta Municipalità e il comune di San Giorgio a Cremano. Il tempo medio per giungere a sentenza è di un anno: negli uffici della Caserma Garibaldi in via Foria, dove è previsto il trasferimento del presidio di Barra, il tempo medio è di sei anni. L’ingolfamento delle pratiche giudiziarie quindi sarà inevitabile. Secondo il presidente dell’associazione avvocati “Enrico De Nicola” Salvatore Maddaloni, l’eventuale chiusura dell’ufficio di Napoli est sarebbe effettuata in considerazione di un calcolo sbagliato della sua efficienza: “Il numero di pratiche evase per giudice – dice – è stato stabilito non in base al numero reale di dipendenti, ma in base alla pianta organica prevista per legge. Se sono previsti in tutto 25 giudici in pianta organica, ne sono in realtà presenti poco più di un terzo: dieci. Comunque, sopprimere tale presidio giudiziario nel comprensorio San Giovanni, Ponticelli, Barra e San Giorgio a Cremano, in cui è forte la domanda di giustizia, sarebbe disastroso”. Sulla questione è intervenuto il consigliere provinciale nonché capogruppo della Federazione della Sinistra Giorgio Carcatella che, in un documento bipartisan firmata anche da altri consiglieri provinciali, ha richiesto la convocazione di un consiglio monotematico:”E’ inaccettabile che i cittadini di un bacino così vasto vengano penalizzati da una scelta che, teorizzando la razionalizzazione, determina innumerevoli disagi alla comunità. Abbiamo presentato un odg per il prossimo consiglio provinciale – conclude il documento – in cui chiediamo l’impegno al presidente Cesaro ad intervenire presso il Ministero della Giustizia affinché il governo receda dal suo intendimento garantendo la continuità dei servizi giudiziari. Ci aspettiamo che anche l’amministrazione locale di San Giorgio a Cremano si muova in tal senso”.
Claudio Di Paola