Pompei: la rivolta di un commerciante contro l’abbandono di piazza Schettini

A Pompei oltre la cartolina della piazza principale curata e ben tenuta ad uso e consumo di turisti e pellegrini è possibile scoprire degrado e abbandono a due soli passi dal centro. È il caso di Piazza Schettini che condivide con la Fonte Salutare la triste sorte  della ristrutturazione recente che ha stravolto la precedente destinazione dell’area senza crearne una nuova e ben definita. In seguito all’intervento realizzato, quello che era un immenso parcheggio rimane tuttora sospeso tra la sua vocazione ad area di sosta e le sue potenzialità di centro d’incontro e di commercio. Dei suoi tredici box in tufo che ospitano diverse attività, dall’artigianato alla caffetteria, uno custodisce una storia  significativa in quanto emblema del limbo in cui la vita della piazza è sospesa. Si tratta del primo chiosco sulla sinistra che racchiude le vessate vicende di Giuseppe Artuso, titolare dell’edicola, trasferito da piazza Bartolo Longo due anni orsono. E qui cominciano le traversie per cui il commerciante non ci nasconde il suo scontento. Vero pioniere dell’esperimento dei fabbricati in tufo che perimetrano il centro della piazza, essendone diventato il primo inquilino, è anche colui che vi trascorre la maggior parte del tempo. “Arrivo alle sei del mattino e chiudo alle 19.00. Per questo sento particolarmente la mancanza delle toilette promesse. Ogni giorno devo attendere qualche persona di fiducia disposta a stare al mio posto nell’edicola mentre devo allontanarmi dalla piazza”. Eppure lo stesso commerciante paga un regolare canone d’affitto e il collaudo della piazza e degli immobili in essa compresi, inclusi i servizi igienici, ritenuti agibili, risale al maggio 2009. Per tale motivo il commerciante, dopo aver presentato le proprie rimostranze all’amministrazione, si è rivolto al Prefetto e alla Procura della Repubblica di Torre Annunziata chiedendo, insieme a Lelio Marinò, Presidente del Comitato Episcopale, un intervento dell’autorità per far cessare la situazione di forte disagio vissuta dagli esercenti che dopo anni ancora attendono il funzionamento dei servizi igienici per cui manca, sostengono, l’attacco alla rete fognaria. Né la sua protesta si ferma a questo.“Sarei disposto a vendere il giornale a 90 centesimi, vorrei solo poter informare chi passa per il centro che da questa parte c’è  un’ edicola, che di solito si trova nella piazza principale, qui siamo proprio isolati.”  Infatti Piazza Schettini, frequentata di giorno per le scuole attigue, di sera si svuota e con la sua illuminazione scarsa e il piazzale riempito dalle auto tutto sembra fuorché una piazza. Se per piazza si intende un luogo di aggregazione dove le persone possono darsi appuntamento, fermarsi a chiacchierare, passeggiare, piazza Schettini non è una piazza. Eppure paradossalmente non è neanche un parcheggio perché l’area di sosta, fortemente ridotta, condivide lo spazio con i negozi e un piccolo cortile centrale che li unisce tutti. In bilico tra queste due vocazioni la zona non riesce ad avere un’identità propria ed è scarsamente frequentata dai cittadini, ignorata dai turisti. In attesa che persino un servizio essenziale come i bagni per gli esercenti del luogo vengano consegnati. Nella speranza che non si debbano attendere altri due anni.

Claudia Malafronte 

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