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Pil in caduta libera: meno 1,5%, nel Mezzogiorno toccherà il 2%

Lo stesso Governatore della Banca di Italia comunica la disfatta: depositi privati crollati dell’80%.
Le famiglie italiane non risparmiano più nulla e sempre più soldi si ritirano dai conti.
Un dato sconcertante se abbinato alla richiesta del 50% di ristrutturazione dei debiti.
Tutta la liquidità ottenuta dalla BCE, le banche, lo hanno giocato al tavolo dei bond di Stato, ostruendo il canale creditizio che solo una sana economia interna può assicurare; se si ostruiscono le vene principali, quali sono le piccole e medie imprese e i prestiti alle famiglie, è chiaro identificare le cause del crollo denunciato da Visco.
Propone il presidente di Federcontribuenti, Carmelo Finocchiaro: «Bisogna obbligare le banche ad accettare un piano di ristrutturazione dei debiti compatibile con l’attuale situazione finanziaria delle famiglie e delle imprese italiane. Se insistiamo con il decretare la morte delle imprese, ossigeno puro per l’economia, il crollo dei depositi non potrà che aumentare ».
Se chiudono le imprese si distruggono milioni di posti di lavoro. La via per la ristrutturazione dei debiti deve essere determinata da un apposito intervento legislativo, dove si determinano costi e modalità, evitando di lasciare il tutto al potere discrezionale delle banche. Questo è il momento per lo Stato di imporre misure di sostegno concreto ad imprese e famiglie.
Si è dimostrato come attuare misure repressive e oppressive, ad esempio il sistema Equitalia, sia servito solo per occludere qualsiasi percorso di rientro, per milioni di imprese e cittadini, dal debito.
Un sistema che ha fallito nel suo scopo principale, far rientrare nel tessuto sano e produttivo non gli evasori per professione, ma, tutte quelle persone e imprese cadute nella rete della crisi economica. Persone che hanno contribuito, loro malgrado, al crollo dei depositi. Persone  e imprese in affanno e  colpite a morte da tasse, aggi e tassi di interesse inutili, ingiuste.
Bisogna intervenire anche sull’aumento del prezzo del denaro.
I tassi medi  sui prestiti a famiglie e società non finanziarie sono saliti a gennaio 2012 in media del 4,23% annuo, 56 punti base in più rispetto a un anno prima. Del resto lo abbiamo detto, un patto tra banche e Stato ha fatto in modo di far ricadere sui clienti tutto il peso di una manovra incostituzionale. Crescono anche i tassi sui mutui per l’acquisto di case, che secondo il bollettino Abi a gennaio 2012 si sono portati a una media annua del 4,15% contro il 3,99% di dicembre.
Inoltre sempre più persone chiamano la Federcontribuenti per problemi avuti con le proprie banche e quando si analizzano i loro contratti   si scoprono costi occulti  nelle più comuni operazioni bancarie: lo ”strozzo”.

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