Il Carnevale è la festa del capovolgimento dell’ordine sociale e delle sue convenzioni, quando l’eccezione diventa obbligo e non semplice casualità, laddove ogni regola deve essere violata. Per questo, forse, proprio in tale occasione la realtà ordinaria che impera a Pompei con cadenza immutabile è stata stravolta, e, almeno per una volta, sono state le periferie il vero centro della città. Per un giorno, il 19 febbraio, nell’intera area sud del comune, caratterizzata dal dedalo di viuzze comprese tra via Messigno, via Casone, via Carrara e via Molinelle, le strade si sono accese dei colori del carnevale, tra le case sono risuonati canti e balli e finalmente la festa è tornata a lambire anche questi luoghi troppo spesso silenziosi e spenti. Probabilmente l’allestimento natalizio, a dir poco spartano, elargito da un’amministrazione matrigna nei confronti delle zone periferiche, ha lasciato un triste ricordo nella popolazione, suscitando, al contempo, un desiderio di riscatto inappagato. Proprio a questo bisogno di attenzione e di rivalutazione ha risposto l’organizzazione della manifestazione carnevalesca interamente proveniente dal basso. Si deve, pertanto, all’iniziativa dell’attivissima Parrocchia dei Sacri Cuori di Messigno, guidata da Don Modestino Capodilupo, e dell’associazione “Idee in Movimento”, presieduta da Angelo Calabrese, se anche le aree ai margini della città si sono improvvisamente risvegliate della cappa di torpore e apatia cui l’indifferenza generale sembrava ineluttabilmente condannarle.
“Anche manifestazioni come questa, giunta alla terza edizione,” afferma lo stesso Calabrese “sono utili ad accendere i riflettori sulle periferie e il riscontro popolare raccolto non può che inorgoglirci e spingerci a continuare per il futuro”.
La popolazione, infatti, è scesa nelle strade, si è assiepata ai balconi per assistere alla sfilata dei carri a suon di musica e ai balli allestiti dalla scuola di danza “Dirty Dancing”, i cui allievi si sono esibiti insieme ai bambini del catechismo in Piazzetta Concordia. A dimostrazione che quando si coinvolge la periferia questa risponde con calore e partecipazione ed è un peccato che, per miopia o indifferenza, tanta energia venga sprecata, tante occasioni perse. Per fortuna, nella società, esistono gli anticorpi alla disattenzione dei propri rappresentanti e per questa volta possiamo dire che la festa è della periferia, artefice, più che mai, del proprio destino.
Claudia Malafronte