È di nuovo all’ordine del giorno la questione “Aticarta” a Pompei. L’ex fabbrica, destinata a trasformarsi in un centro commerciale, infatti, non cessa di destare preoccupazione presso i lavoratori. A suscitare nuove inquietudini è stato l’incontro giovedì scorso tra i sindacati e la società Fergos, controllata di Coopsette chiamata a gestire l’impianto, nel quale quest’ultima ha manifestato le proprie difficoltà nella ricollocazione del personale della cartiera. Allarmati, gli ex dipendenti si sono dati appuntamento al Comune nella mattinata del 20 febbraio e hanno ottenuto un incontro col sindaco di Pompei Claudio D’Alessio. I sindacalisti Gennaro Torre, Domenico Cascone e Raffaele De Gennaro hanno richiamato il protocollo d’intesa firmato dalle rispettive organizzazioni confederali con Coopsette, Comune, Regione e Ministero delle Attività Produttive nel luglio 2006. In base a tale accordo, le società che opereranno nel nuovo centro commerciale avendo più di quindici dipendenti, hanno l’obbligo di assumere i 118 addetti alla cartiera in via prioritaria e rispettando, se possibile, il ruolo precedentemente svolto. Il timore dei lavoratori è che la società possa cercare di sottrarsi a tale convenzione, timore corroborato dal fatto che, mentre pochi mesi ci separano dall’apertura dell’ipermercato, annunciata per aprile-maggio, un numero esiguo di loro è stato contattato per i colloqui che, a loro parere, le aziende interessate continuano a tenere con altri candidati, esterni alla compagine ex Aticarta. A fronte delle proteste dei lavoratori che chiedono di bloccare il cantiere del centro commerciale in costruzione finchè non arriveranno le assunzioni promesse, il Sindaco Claudio D’Alessio mantiene una linea ispirata alla prudenza. Per tale motivo, ribadita la vicinanza e l’impegno dell’amministrazione, invita ad alla calma e concorda l’incontro con la società Fergos, sollecitato dai sindacati, che è previsto per giovedì prossimo, in cui sarà possibile ottenere chiarimenti sulle novità recentemente emerse. Nonostante questo intervento rimangono diversi nodi irrisolti nella questione Aticarta. Il ritardo nell’apertura del centro, prevista inizialmente nel 2009, ha creato non pochi disagi presso i dipendenti, molti dei quali nel frattempo hanno raggiunto l’età pensionabile anche “grazie” al “premio” amianto, presente nello stabilimento, circostanza che, come ricorda un lavoratore, Franco Cepollaro, non dovrebbe rappresentare un premio, ma una piaga che meriterebbe maggiore attenzione e tutela. A vivere una condizione di particolare malessere sono, poi, soprattutto i quindici ex addetti alla cartiera più giovani, per cui dal primo gennaio è scaduto il sussidio statale e che vivono da ben tre mesi senza alcuna fonte di reddito. A fare il punto della situazione critica della riconversione del sito, del resto, è il Segretario del Circolo del PD di Pompei, Vincenzo Mazzetti, presente all’incontro coi lavoratori: “Nel pomeriggio verrà convocato il direttivo del partito cittadino per discutere di questa vicenda in cui c’è molta confusione. In ogni caso, vi sono delle anomalie già emerse in relazione ai colloqui per la selezione del personale che hanno suscitato molte polemiche, per cui si avverte il bisogno di trasparenza. Sono mancati, del resto, da parte della Regione i corsi di formazione che avrebbero consentito ai lavoratori, cui esprimo la mia solidarietà, di riqualificarsi e assumere le nuove mansioni con piena dignità. Inoltre, è necessario considerare i costi che la città di Pompei è chiamata a sostenere anche in termini di viabilità, costi che devono essere compensati dal suo sviluppo occupazionale.” Non ci resta che attendere, quindi, i nuovi sviluppi della vertenza, nella speranza che essa si concluda con l’applicazione fedele degli accordi e la tutela dei diritti dei lavoratori, le cui sofferenze vanno rispettate insieme alle legittime aspettative di ritrovare il posto che hanno perso e che la riconversione deve loro garantire.
Claudia Malafronte