Al Mattiello di Pompei, Carlo Giuffré ha interpretato e diretto “Questi Fantasmi” di Eduardo, con Piero Pepe, Maria Rosaria Carli, e Antonella Cioli; le scene e i costumi sono di Aldo Terlizzi, la musica è di Francesco Giuffré. Una commedia divertente ed amara, che lascia lo spettatore perplesso per gli “arcani” che gli riserva il racconto. E’ la storia di Pasquale Lojacono al quale è stato dato, in affitto gratuito, un appartamento di lusso (su cui grava una credenza popolare che lo ritiene infestato da fantasmi) con l’obbligo di aprire tutti i giorni i parecchi balconi dello stabile (da cui dovrà battere anche i tappeti) per sfatarne le superstizioni. Con l’andar del tempo il protagonista si assuefa ai fantasmi, specialmente perché il non adeguarsi potrebbe dare l’impressione di non credere alla infedeltà della moglie Maria (il cui amante provvede anche a foraggiarlo) e a non accorgersi né dei furti del portiere né di tutto quello che avviene intorno a lui, suscitando anche il disgusto della consorte che non ne comprende il comportamento, in particolare per le elargizioni del suo amante. Alla fine, una battuta del protagonista, nell’ennesimo ed originale e significativo dialogo al balcone con un vicino, cerca di giustificare il tutto: “i fantasmi non esistono…li creiamo noi”. Vittorio Viviani”, studioso del teatro napoletano, afferma che “nella drammaturgia eduardiana anche questa commedia ci porta ad una immagine dell’Italia del dopoguerra: un mondo pieno di fastidi…sullo sfondo ironicamente festoso di antiche architetture e di antiche civiltà, una superstizione mantenuta a copertura di ingiustizie ed intrighi”. Dall’alto della sua età e della lunghissima esperienza, Giuffrè rende benissimo l’umanità e l’ironia di Lojacono. Piero Pepe, da grande veterano della scena, è convincente nel ruolo di un portiere disonesto dalla mille incoerenze; i dialoghi tra i due alzano il tono della messinscena. Antonella Cioli (che proviene dalla scuola di Eduardo), nei panni della moglie di Alfredo (l’amante di Maria), conferma la sua bravura; in sottotono il resto della compagnia . Nel finale tanti applausi per i protagonisti e per tutti.
Federico Orsini