Voi vi chiederete quanto sia difficile al bottegaio rilasciare uno scontrino fiscale? La risposta è: tantissimo. Quasi come se gli si togliesse mezzo litro di sangue ogni volta che è costretto a farlo. E allora le tenta tutte per farla franca. Ma andiamo per ordine. In paese (ma anche in città), in genere, si entra nell’esercizio commerciale conosciuto. Prendiamo, a caso, un forno-panetteria (ma si potrebbe parlare anche di una merceria, di un fruttivendolo, del pescivendolo, o altri) dove poter acquistare una delle tante saporite e diverse tipologie di pane prodotto. In genere, dietro il banco espositore c’è una commessa (ma spesso è la stessa proprietaria o una sua parente) che vi serve più o meno celermente. E con il sorriso sulle labbra. Quel sorriso, però, rischia di diventare (e lo diventa, se si tratta della proprietaria) una smorfia, quando dopo avervi consegnato quanto richiesto (mascaiola, panino, rosetta, marsigliese) e aver ottenuto il denaro dovuto, lancia intorno, svicolando, un sonoro «chi c’è appresso?», mentre voi le chiedete, quasi in contemporanea «E lo scontrino non me lo fa?». «Uh scusate, mi sono distratta», è la risposta che arriva dopo uno sguardo inceneritore. Che se non fate subito uno degli scongiuri a cui tenete di più, chissà che vi può capitare uscendo dall’esercizio. Ma c’è anche la commessa che cerca di distrarvi, specialmente se siete una persona anziana. E, magari, quella mattina avete un problema fisico: occhi gonfi, come per una nottata passata male, un braccio fasciato, zoppicate, un foruncolo sul naso, per dire. Allora, mentre state per pagare e prendere quanto acquistato, arriva «Uh signo’, non avevo visto, ma che vi è successo? Che vi è capitato?». E voi cominciate ad aprirvi e a raccontare tutti i fatti vostri. Altro che «ultime notizie». Per chi sente è una manna di novità. La discussione si allarga ai presenti e, intanto, però, vi dimenticate di chiedere lo scontrino. Lei non ve lo fa, e voi ve ne andate a casa, contento che qualcuno si sia interessato della vostra salute. Ma siete rimasti fregati. Perché su quanto da voi pagato non ci saranno tassazioni da rispettare per il bottegaio. E vi frega doppiamente anche perché se voi stavate male e dovevate comprare dei medicinali, su quelle medicine ci pagavate il ticket. Che sarà tanto più oneroso quante più sono le tasse evase dalla vostra “umana” commessa / bottegaio. Che magari denuncia redditi da fame e tiene pure l’esenzione. Ovviamente, il bottegaio è solo un esempio (va detto, e ne conosco, che ci sono anche quelli – pochi – che non evadono e dichiarano sino all’ultimo centesimo), perché l’evasore non ha né sesso, né età e nemmeno una libera professione preferita. Ragion per cui nessuna categoria o classe di lavoratore, eccetto salariati, stipendiati e pensionati, può chiamarsi fuori. Ritornando all’argomento di cui si parlava, la categoria «commessi» (spesso però sono costretti a tenere quel comportamento pena il licenziamento), tuttavia, include anche chi gioca d’anticipo. Esempio: quanto costa un pezzo di pane? un euro e quindici? (a proposito, il pane andrebbe venduto a chilo e non a pezzo: mica voi lo pagate con un pezzo qualsiasi di moneta? No. Gli date il giusto, in euro e centesimi), prima che paghiate, la furbacchiona (o il furbacchione, che dir si voglia) vi dice già che lo scontrino ve lo ha fatto di un euro. Provate a dire che voi pagherete solo quanto sta segnato sullo scontrino e vedrete che faccia vi fa: diventa verde. Se poi vi conosce per uno «rognoso» e scontrinodipendente, non appena entrate nel negozio comincia a guardarvi per capire che aria tira, tentando di non farvene accorgere. Un poco come il «guarda ma non guardare» di Totò e Peppino in «La banda degli onesti». Lui, o lei, tenta sempre. E se vede che può farvela, state certi che lo scontrino piglia il volo. Altrimenti, abbozza e pesta i tasti del registratore di cassa come se in quel posto ci fossero gli occhi vostri. Ma solo dopo che vi ha consegnato il pezzo di pane più leggero e storto che c’è nella cesta. E cosi vi ha rifregato di nuovo.
Che vita difficile, quella del bottegaio.
Marco Fisco