“Vorrei da voi una risposta certa e inequivocabile su di una questione politico-amministrativa altrettanto certa e inequivocabile: volete dalla Regione Campania il Piano Strategico Operativo (PSO)? Siete d’accordo con me chela Regioneè colpevolmente in ritardo di anni e che il PSO deve essere approvato al più presto, altrimenti il nostro territorio soffocherà senza poter fare il PUC e programmare lo sviluppo, previsto e richiesto pure dalla legge 21 sulla zona rossa?”
Il sindaco, Carmine Esposito, parla forte e chiaro agli interlocutori in sala consiliare richiamati dall’importanza dell’argomento in discussione: il Piano Urbano Comunale (PUC). Le domande sono precise e sollecitano i presenti ad esporsi, a fare battaglia insieme al sindaco.
“Insomma, sono il solo a fare questa lotta o siete con me a chiedere alla Regione il PSO?”
E’ un coro, di imprenditori, di rappresentanti di cooperative, di ex assessori, di associazioni, di consiglieri comunali, di cittadini: “Si! Si,la Regione Campaniadeve darci il PSO. E’ un atto dovuto”.
Finalmente! Il sindaco, con una operazione politica e amministrativa lungimirante, con una interpretazione “letterale” della legge regionale 21, fino a pochi anni fa vista solo come vincolistica, dopo una serie di convegni, consigli comunali, scontri politici a vari livelli, ha convinto tutti sulla battaglia per il PSO, da destra a sinistra, specificando che le problematiche della legge 21 vanno affrontate separatamente:
1) La legge prevede chela Regione Campania(doveva farlo entro sei mesi dall’entrata in vigore) si doti di un PSO, in base al qualela Provinciae i Comuni potessero programmare opere pubbliche e sviluppo del territorio in vari ambiti fino a quello turistico e commerciale. Stop alle costruzioni ad uso abitativo, ma largo spazio alle opere (strade, fogne, verde, piazze, marciapiedi, arredo urbano) ed ai manufatti a scopo socio-culturale-commerciale-alberghiero-turistico. “Questo dice la legge, questo noi vogliamo fare con il nostro PUC. Vogliamo migliorare il paese, stando “dentro” le opportunità di sviluppo consentiteci dalla legge 21. Quindi – è la ratio del sindaco –la Regione Campaniadeve darci il PSO, altrimenti condanna a morte i nostri territori”.
2) La “zona rossa” è stata delimitata non in modo scientifico, ma calata sulla cartina seguendo i confini geografici dei paesi. Un errore evidente, che, politicamente, il Sindaco combatte, affermando che la legge 21, questa parte della legge 21 è da riscrivere. Su questo Carmine Esposito non chiede la convergenza politica di tutti, è una “sua battaglia” e “la farò a tutti i livelli con argomentazioni supportate da studi scientifici, antropologici e tecnici”.
3) La legge 21 prevede che in un paese si possa abbattere le case antiche e fatiscenti o bisognevoli di interventi radicali e poi ricostruire.
Abbattere e ricostruire! E’ di quest’altra opportunità che il Sindaco si fa portatore e fautore. “Non voglio costruire altre case, voglio dare la possibilità a chi ne ha diritto di abbattere e ricostruire. Abbattere e ricostruire. Senza o con aumento di volumetrie è da vedere. Ma –ha sempre affermato il sindaco – non possiamo negare a nessun cittadino di abbattere la propria casa per non vedersela crollata addosso e ricostruirla secondo parametri moderni e antisismici”.
Ed è partendo dagli indirizzi ricevuti dall’Amministrazione, che le criticità derivanti dai vincoli legislativi e da quelli della legge 21 sulla famosa “zona rossa” sono state affrontate nei preliminari del PUC come potenzialità del territorio, per ridisegnare buona parte del paese, operare una razionalizzazione e decompressione a “monte” e creare un settore urbano a “valle” a basso insediamento.
Tre punti della legge 21, tre le problematiche, tre proposte risolutive del sindaco.
Tutti i cittadini, chi l’ha votato e chi no, avevano capito prima ancora dei “politici che contano” che il sindaco Carmine Esposito era dalla parte della ragione: sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo del territorio previste nella legge 21.
E il sindaco ha incassato il primo “si” trasversale che tutti i cittadini di Sant’Anastasia e anche i paesi intorno al Monte Somma aspettavano: “Si!La Regione Campaniaci deve dare il PSO”.
“Perché siamo terribilmente timorosi di non poter fare il PUC senza il PSO. Il Piano Strategico Operativo regionale è l’atto principale della legge 21 chela Regione Campania, doveva farlo anni fa, deve attualmente approvare al più presto. Nel dettato della legge regionale – afferma l’Arch. Giancarlo Graziani, Assessore all’Urbanistica – la redazione di tale strumento operativo era affidata alla Provincia di Napoli che, con delibera di consiglio n° 99 del 27/10/2007, l’aveva “diligentemente” adottata coinvolgendo l’Università degli Studi di Napoli, inviandola poi al consiglio regionale per la definitiva approvazione. Dal 2007 ad oggi siamo senza PSO. Questo è il nodo da sciogliere. Noi stiamo andando verso la realizzazione del PUC con l’illustrazione della proposta preliminare e la partecipazione di professionisti locali “addetti ai lavori”, di associazioni e di numerosi cittadini, molto interessati al lavoro finora fatto dal Gruppo incaricato dall’Ente a seguito di gara ad evidenza pubblica, lo Studio Architetti Benevolo/Goldstein Architettura/Napolitano.
Partendo dagli indirizzi ricevuti dall’Amministrazione, le criticità derivanti dai vincoli legislativi e da quelli della legge 21 sulla famosa “zona rossa” sono state affrontate come potenzialità del territorio, per ridisegnare buona parte del paese, operare una razionalizzazione e decompressione a “monte” e creare un settore urbano a “valle” a basso insediamento. Quindi quando il sindaco dice che vuole abbattere e ricostruire, lo chiarisco per tutti al consigliere comunale Giovanni Barone, non dice un’assurdità. Dice quello che è esattamente previsto nella legge 21: abbattere e ricostruire si può”.
Al di là dell’obiettivo di informare i cittadini sui passi del P.U.C. verso uno sviluppo ecosostenibile del territorio, il dialogo aperto con i cittadini ha fatto chiaramente intendere che la “battaglia” del Sindaco sulla “zona rossa” sta producendo un cambio di mentalità anche negli Enti sovracomunali. Come sottolineò l’on. Marcello Tagliatatela, proprio a Sant’Anastasia, in un convegno, si sta comprendendo la necessità di distinguere le direttive del “Piano di Protezione Civile” dalla legge 21. Il Piano di P.C. affronta le tematiche relative al come e cosa fare se scoppia il Vesuvio, ha un senso e una sua specificità di applicazione per i territori vesuviani e per la tutela delle popolazioni a rischio Vesuvio, compreso l’informazione, la preparazione e la simulazione della “fuga”. La legge 21 della Regione Campania sulla “zona rossa”, di fatto, affronta il problema di evitare che i paesi continuino a crescere in termini di abitazioni e di popolazione, per cui è da intendersi come vincolistica soprattutto per il dato demografico, mentre è anche e soprattutto di tutela dello sviluppo e della vivibilità del territorio in zona rossa, mediante opportunità reali e concrete che nessuno mai e meglio ha evidenziato prima del sindaco Carmine Esposito.
“Siete con me a chiedere alla Regione il PSO?”