Lo straordinario successo dello spettacolo teatrale “18MILA GIORNI. IL PITONE” (PRODUZIONI FUORIVIA/TEATRO STABILE TORINO), testo originale di ANDREA BAJANI e protagonisti GIUSEPPE BATTISTON e GIANMARIA TESTA.
Il lungo tour approda il 3-4 marzo al Teatro Diana di Nocera inferiore
18 mila giorni uguale a 50 anni.
Il senso del tempo e la prospettiva cambia a seconda di come la si focalizzi.
Come Il pitone che prima ti studia e poi prende le misure ti uccide, quando ha raggiunto la tua stessa lunghezza o la tua stessa forza, ti fa fuori. Lo spettacolo parte da qui: dal tempo e da una metafora.
La storia di un cinquantenne che perde il lavoro.
Come di solito accade arriva un impiegato giovane siede affianco in una scrivania piccola, poi prende il suo posto. Assieme al lavoro perde anche la sua vita, il senso delle cose.
Auto rinchiusosi in un appartamento solo senza la famiglia che lo ha abbandonato, nel vivere solo di ricordi.
Riflessioni personali e epocali si intrecciano a sottolineare come in soli 18 mila giorni siano radicalmente mutate le prospettive e le aspettative sociali in Italia. Dalla dignità del lavoro del gruista della “Chiave a stella” di Primo Levi, da un’epoca in cui il lavoro era un diritto e elemento fondante dell’umana dignità, al trionfo dell’odierno precariato, divenuto persino forma più o meno palese di ricatto sociale.
Il Protagonista Giuseppe Battiston, pluripremiato attore del nostro cinema e del nostro teatro (Premio UBU come miglior attore italiano nel 2009, mentre data al luglio 2011 l’assegnazione del Pegaso d’oro – Premio Flaiano proprio per la sua interpretazione di “18 mila giorni” ). Accanto a lui, a fare da contrappunto musicale, il cantautore Gianmaria Testa che ha composto canzoni nuove e inedite apposta per questo spettacolo. Il testo, originale, è dello scrittore torinese Andrea Bajani (vincitore del premio Bagutta per il suo ultimo romanzo “Ogni promessa”). La regia è di Alfonso Santagata, uno dei più importanti esponenti del teatro italiano contemporaneo, le luci di Andrea Violato.
Vincenzo Mirabella