Primo posto solitario in vetta alla classifica di Legadue. Sette vittorie negli ultimi sette incontri di campionato. Imbattibilità casalinga stagionale (undici successi di fila al PalaMangano). Sono solo alcuni dei numeri da capogiro della Givova Scafati, ormai sempre più lanciata verso la conquista della massima serie.
Domenica scorsa, alla struttura di Viale della Gloria, la compagine dell’Agro ha ospitato la Trenkwalder Reggio Emilia, che in classifica aveva gli stessi punti dei locali e che, nonostante i favori del pronostico, è uscita malconcia dalla trasferta alle falde del Vesuvio. A Scafati, gli emiliani si sono trovati di fronte una squadra molto tonica, determinata e reattiva, trascinata da un pubblico molto caldo che finalmente è tornato a riempire le gradinate della struttura geodetica, nella quale si sono registrate oltre 2.500 presenze. Il match si è concluso con il risultato di 77-61 in favore dei gialloblù, che, nonostante l’assenza per squalifica di un uomo fondamentale come Ghiacci, ma trascinati dai canestri di Casini (17), Radulovic (13) e Marigney (15), sono riusciti a disputare una gara accorta e molto disciplinata, della quale hanno sempre tenuto in mano le redini, con grande autorità ed esperienza, costringendo i viaggianti a tornarsene a casa duramente ridimensionati.
«Contro Reggio Emilia abbiamo ottenuto una vittoria che vale doppio e che mi riempie di orgoglio – ha spiegato l’allenatore scafatese Giulio Griccioli – perché siamo riusciti a raggiungere il primo obiettivo stagionale che con la società avevamo prefissato, ovvero quello di riportare al PalaMangano circa tremila persone. Inoltre, grazie ad un’ottima gara e allo spirito di sacrificio di tutti, siamo riusciti a portare a termine positivamente una gara difficile, che ci proietta in vetta alla classifica. Dobbiamo però tenere i piedi ben saldi a terra, perché il cammino stagionale è ancora lungo e insidioso. Fa piacere essere in testa – ha proseguito il tecnico toscano – anche se sappiamo bene che Reggio Emilia potrebbe scavalcarci, avendo ancora due gare da disputare rispetto a noi, però abbiamo il doppio confronto a nostro vantaggio e la cosa non può che farci piacere. Merito dei miei ragazzi, soprattutto di coloro che si considerano comprimari, come Sorrentino, Rosignoli e Gueye, che sono stati fondamentali. Ora non parliamo di massima serie, perché non siamo stati allestiti per vincere il campionato, ma di certo ci giocheremo tutte le nostre possibilità, consapevoli del fatto che il budget investito da noi è di gran lunga inferiore a quello di molti altri».
Entusiasta del risultato è apparso anche l’azionista di maggioranza del club, Aniello Longobardi. «Sono felice per aver visto nuovamente il PalaManagano gremito – ha detto – ma devo ringraziare anche e soprattutto chi ci è stato accanto in momenti meno felici di questo. Tra le nostre armi devo individuare anche la tranquillità economico finanziaria societaria, dataci dalla corretta ed oculata gestione di Alessandro Rossano, che è così riuscito a tenere sereni tutta la squadra e lo staff tecnico. Griccioli è un predestinato, uno che sa soffrire con grinta e competenza e che, con la sua intelligenza tattica, grinta e determinazione meglio rispecchia la nostra società. Non parliamo ancora di serie A, ma di certo posso dire che se dovesse avvenire il miracolo, faremo il possibile – ha chiosato il patron – per gestire la cosa nel migliore dei modi e non commettere gli errori di qualche stagione fa».
Il campionato di Legadue osserverà un turno di riposo. Sabato sera, la Givova Scafati scenderà in campo a Bari, nella semifinale della Final Four di Coppa Italia, ed affronterà la Fileni Jesi, che certamente vorrà riscattare la sconfitta di pochi giorni fa. L’ultima volta che il sodalizio scafatese partecipò a questa competizione era l’anno 2006, quando in panchina sedeva Giorgio Valli, che portò la società in massima serie. L’intento dell’entourage gialloblù è ovviamente quello di confermare l’ottimo momento di forma e provare ad alzare al cielo la coppa per la seconda volta nella sua storia.
Antonio Pollioso