Si alza forte il grido di protesta degli avvocati di Napoli, ma è l’intero sistema giudiziario ad essere in sofferenza. La denuncia arriva dal presidente della Corte d’Appello di Napoli, Antonio Bonajuto:«Da quasi tutti i Tribunali del Distretto, a cominciare da quello di Napoli, che pure ha registrato una diminuzione delle pendenze, si è levato un comune allarme sulla eccessiva durata dei tempi occorrenti per gli avvicendamenti dei magistrati e la loro immissione in possesso, inceppata dalle richieste intese a posticiparne la data». Bonajuto parla di «uno stato di evidente sofferenza in entrambi i settori civile e penale, per l’effetto della grave riduzione dell’organico dei magistrati» alla quale si aggiunge «l’ormai endemica carenza di personale amministrativo che ha raggiunto livelli di vero e proprio allarme, per il continuo esodo verso il pensionamento e il mancato reintegro delle unità mancanti di personale». Per il presidente della Corte d’Appello di Napoli «occorre puntare sulla semplificazione del processo e sull’implementazione dei riti alternativi, verso i quali invece l’imputato, mantenendo la prospettiva della prescrizione, ha finora mostrato scarso interesse». Il problema maggiore, nel distretto che Bonajuto definisce «funestato dalla piaga della criminalità organizzata», resta quello di «definire i processi che per l’elevato carico e il numero elevato di imputati e di imputazioni impegnano oltre misura i giudici e le strutture di supporto».
Andamento “costante” dei reati. Nel distretto della Corte di Appello di Napoli diminuiscono le pendenze nel settore penale passate da 162.340 a 159.101 nel primo grado di giudizio soprattutto in conseguenza del calo delle nuove iscrizioni nel registro degli indagati (da 161.175 a 156.078). Un lieve miglioramento che comunque non elimina lo stato di sofferenza a causa della riduzione dell’organico dei magistrati e dell’«endemica carenza» del personale amministrativo, situazione determinata dal continuo esodo verso il pensionamento e dal mancato reintegro delle unità mancanti ha sottolineato il presidente della Corte di Appello.
Lieve diminuzione delle pendenze anche nel settore civile, con la riduzione del 4 per cento dei procedimenti iscritti. Riduzione delle pendenze nel settore civile anche in appello, mentre in quello penale si è registrato un aumento delle pendenze da 22.642 a 29.686. Nel periodo compreso tra il primo luglio 2010 e il 30 giugno 2011 si è registrato un andamento pressochè costante dei reati (da 172.368 a 172.581). Sensibile contrazione degli omicidi (19,1 %) il 33 per cento dei quali di matrice camorristica (diminuiti del 28%). In diminuzione anche le ricettazioni (-21,4), i reati associativi di tipo mafioso (-31,8), il riciclaggio (- 9). Incremento dei furti (da 78.630 a 80.325), delle rapine (da 7.779 a 8.885), dei delitti informatici, di quelli ambientali e edilizi e in materia di stupefacenti, dei reati di contraffazioni di prodotti industriali (da 221 a 1279 le denunce). Aumentano anche i reati contro la pubblica amministrazione, in particolare nel Casertano si è verificato un incremento del 12% delle corruzioni e del 14,3 delle concussioni.
Caldoro: assurdo fare riforme senza confronto. «È assurdo pensare di poter affrontare riforme delle professioni, e di attività specifiche come quella forense, senza un confronto». Lo ha detto il governatore della Campania, Stefano Caldoro, in merito alle proteste messe in atto dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli, contro le liberalizzazioni. «Condivido la richiesta del presidente degli avvocati di Napoli, Francesco Caia – ha affermato – Non sono stati chiamati al tavolo, il confronto va riaperto e vanno sentite le ragioni del mondo delle professioni». «Oggi è valso per gli avvocati, ma qualche giorno fa c’è stata una riunione di tutto il Comitato unitario delle professioni, a Napoli – ha aggiunto – durante la quale è stata sottolineata questa carenza». «Tutte le riforme devono nascere da un confronto, non dalla sua assenza – ha precisato – o da provvedimenti legislativi, che in alcuni casi hanno carattere d’urgenza e non prevedono nemmeno possibilità di dibattito in Parlamento». «Prima del dibattito e di una riforma – ha concluso – bisogna sedersi a tutti i tavoli di confronto che si devono fare». Il governatore della Campania esprime poi «un forte apprezzamento» per l’analisi di Antonio Buonajuto, presidente della Corte d’Appello di Napoli. «Ha denunciato gli elementi di crisi e difficoltà oggettiva – ha affermato – Lo stesso ha fatto il procuratore generale Vittorio Martusciello».
De Magistris: «Senza autonomia e indipendenza della magistratura non c’è democrazia» ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. «Magistratura e indipendenza sono pilastri dello Stato di diritto – ha affermato – ed è una cosa che va ricordata perché c’è nella politica chi vuole mettere sotto la suola delle scarpe l’indipendenza della magistratura».
Cladipa