La riconversione dell’ ex cartiera di Pompei in centro commerciale risulta quanto mai travagliata e ricca di incognite, nonostante pochi mesi ci separino dalla relativa apertura. A rimanere in allarme sono i lavoratori dell’ex Aticarta che hanno organizzato un sit-in pacifico davanti al cantiere del nuovo ipermercato in via Macello e intendono mantenerlo fino all’incontro con la Coopsette, società che gestisce l’impianto, previsto per il primo marzo. A suscitare le ulteriori inquietudini degli ex dipendenti è stato il rinvio della precedente riunione, fissata per il 23 febbraio, e ottenuta in seguito all’incontro con il sindaco di Pompei Claudio D’Alessio. Tale slittamento, del resto, si aggiunge alle perplessità espresse dai rappresentanti sindacali in occasione del confronto col primo cittadino, a fronte delle difficoltà indicate dalla Fergos, controllata di Coopsette, per la ricollocazione dei lavoratori. “La società ha acquistato il sito con tutti i suoi inquilini” afferma il sindacalista della UIL Domenico Cascone che, insieme al collega Raffaele De Gennaro della Rsu, chiede una maggiore attenzione anche da parte delle istituzioni cittadine, richiamando all’accordo del 2006 siglato, tra l’altro, dallo stesso comune di Pompei. Dei 118 lavoratori che, in base a tale intesa, dovevano essere assorbiti dall’azienda subentrante all’Aticarta, ormai sono rimasti solo un’ottantina, in quanto alcuni sono andati in pensione, altri deceduti nei sei anni che separano il progetto dalla sua attuazione. D’altronde se inizialmente l’inaugurazione del nuovo centro commerciale doveva tenersi ad aprile adesso sembra sia stata rimandata a fine maggio. Ad esprimere le proprie preoccupazioni sulla questione Aticarta, inoltre, è il presidente del circolo del PD di Pompei, Vincenzo Mazzetti, che teme le lungaggini in cui si trascina l’intera vicenda, oltre al fatto che chi è chiamato ad occuparsene non sembra mostrare la sollecitudine necessaria. I lavoratori stessi, d’altro canto, non accettano di essere considerati un problema per l’azienda, volendo invece rappresentare una risorsa, ricordando, oltretutto, con orgoglio le grandi professionalità di cui la cartiera disponeva, in quanto centro di eccellenza nel settore della produzione della carta. Le risorse umane, quindi, ci sono, sostengono, ma è mancata la riqualificazione e, ad oggi, soltanto una ventina di ex dipendenti è stata convocata per i colloqui. La vertenza, dunque, è tuttora in fase di sviluppo e gli ex operai dell’Aticarta vedono il loro futuro ancora incerto, ma sono decisi a rimanere uniti fino alla conclusione di questo lungo cammino che li ha visti per anni attendere di tornare a varcare i cancelli di via Macello e, si spera, che presto il loro calvario abbia fine e che questa fine possa chiamarsi lavoro.
Claudia Malafronte