Portici, parchi pubblici off limits: la denuncia di Mario Lago

E’ un fiume in piena Mario Lago. Il cordinatore di Mezzogiorno di Fuoco in una conferenza stampa tenutasi al Circolo Magnacca, ha attaccato l’amministrazione comunale guidata da Vincenzo Cuomo. L’ex consigliere comunale del Popolo della Libertà ha fortemente criticato la gestione dei parchi pubblici, abbandonati a se stessi e nella maggior parte dei casi chiusi: “I parchi pubblici dovrebbero essere accessibili alla cittadinanza – commenta Mario Lago – non perennemente off limits. Il parco di via Diaz ha ancora le buste dei rifiuti del giorno dell’inaugurazione avvenuta tre anni fa. E’ assurdo, un vero è proprio sperpero di denaro pubblico. Se dei genitori volessero portare i loro bambini a giocare negli spazi verdi, dovrebbero andare fuori città. Senza contare che oltre a quelli chiusi ci sono anche quelli che non hanno attrezzature idonee ad ospitare i più piccoli”. Ma le accuse di Lago non si fermano ai parchi pubblici: “L’incompetenza di questi amministratori è palese. La dimostrazione è l’incredibile spreco di  soldi dei contribuenti nell’effettuare continui lavori al manto stradale di corso Umberto. E’ la terza volta che quel tratto di strada viene sottoposto a lavori”. Polemiche anche allì’indirizzo dei consiglieri del Popolo della Libertà, che nei giorni scorsi avevano spiegato che Lago non aveva alcun ruolo istituzionale per poter esprimere commenti: “Siamo a tutti gli effetti parte integrante del Popolo della Libertà, con nomine ufficiali. E a differenza dei consiglieri abbiamo anche una sezione dove riunirci. Ad oggi – spiega Lago – se una persona volesse una informazione sul Pdl di Portici non saprebbe a chi rivolgersi. Evidentemente i consiglieri sono abituati a non parlare, quindi credono che anche gli altri tacciano sui problemi della città”. Non manca la stoccata al commissario cittadino del Pdl di Portici, nonché parlamentare, Marcello Di Caterina che per motivi istituzionali è lontano dalla città: “Il Pdl ha un riferimento al Parlamento? – si chiede Lago – Non me ne sono accorto”.

Andrea Scala

 

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