Le nuove nomine successive alla fusione con Asm sono, almeno inizialmente, apparse come la risposta più corretta alla situazione del momento. L’attribuzione di tali incarichi a soggetti, sempre in apparenza, scollegati alla politica locale, appariva, infatti, come una soluzione per rilanciare, effettivamente, la Società che, ancorché pubblica, è rimaner un’impresa. A distanza di poco più di un anno, l’unica certezza è quella di poter impiegare lo stesso aggettivo sia per la nuova gestione che per lo stato della Multiservizi: fallimentare. Infatti, i nuovi amministratori non solo non hanno neppure tentato di rilanciare la Multiservizi, ma hanno determinato e stanno determinando le condizioni per una sua chiusura non solo per motivi finanziari/economici ma, anche, per le continue violazioni della disciplina degli appalti, privilegiando l’affidamento diretto ad alcune ditte, omettendo, volutamente, di chiedere la certificazione antimafia alla Prefettura. Ripercorrendo il loro cammino in Multiservizi, non è possibile individuare un solo atto o comportamento al quale sia conseguito un miglioramento o, al limite, un “non peggioramento”.
A differenza dei loro predecessori non si sono limitati a non compiere gli atti necessari – quali la predisposizione del piano industriale – ma si sono prodotti in soluzioni, a dir poco, parossistiche, tra i quali l’affidamento all’esterno della contabilità generale, con la scusa di velocizzare la sua conoscenza della Società.
Inoltre, quando si è reso necessario assumere dirette responsabilità, quale la sottoscrizione del bilancio, si è assistito ad un’abdicazione e alla creazione della figura del Direttore Generale. E poi, tanto per completare il cast, si è provveduto a nominare in vice direttore generale. Purtroppo non si è in grado di indicare il numero dei consulenti incaricati, data la loro entità accompagnata da evanescenza.
L’irreale confusione, l’assurdità del balletto delle nomine e il convincimento di impunibilità sono apparsi con tutta evidenza quando l’amministratore unico della Multiservizi, nell’audizione della commissione consiliare nella quale, incredibilmente, ha dichiarato di non essere a conoscenza dei contenuti del bilancio da lui, almeno, formalmente, approvato.
E sono gli stessi amministratori che hanno annullato la gara di appalto relativa ai servizi di copertura, sia per “motivi di ordine pubblico” che giudicando i relativi tempi del tutto incompatibili con le esigenze della Società. Meglio, allora, un ennesimo affidamento diretto ad una impresa “amica”.
In sintesi, la gestione degli attuali amministratori, indipendentemente da come si titolano (amministratore unico, direttore generale, vice direttore, ecc.) si è risolta in tre distinte direttive: coprirsi le spalle con un eventuale capro espiatorio, probabilmente nullatenente, non realizzare assolutamente niente di quanto necessario, rendere nebuloso e incomprensibile il sistema delle assunzione, degli appalti e dei pagamenti.
La scrivente R.s.a. si augura che, quanto prima, le Autorità Giudiziarie possano fare chiarezza su tali condotte, dando una spiegazione a quelle che, in modo aforistico, possono essere definite anomalie. E in questo contesto, la vicenda del Piano Industriale assume una notevole rilevanza. Tale documento, infatti, mette nero su bianco l’ammontare dei ricavi e dei costi previsti, gli investimenti che si intende realizzare e le strategie che dovranno essere seguiti. In altri termini, rende difficile operare nel sottobosco. Gli amministratori hanno, prima, assicurato che avrebbero presentato il piano entro il mese di novembre 2011, e poi, a distanza di circa tre mesi, hanno affermato che lo stesso sarà presentato quando l’Amministrazione fornirà i dati necessari. A questo punto, o non hanno la più minima idea di cosa sia un piano industriale o stanno, stupidamente, cercando di procrastinare i tempi. Ma, ormai, non c’è più tempo per consentire a questi soggetti di impiegare la Multiservizi per scopi che, almeno in apparenza, appaiono del tutto oscuri. Non sono versate le trattenute ai Fondi Pensioni e alle Società Finanziarie, il debito nei confronti dell’Inps e degli altri Enti ha raggiunto un livello incredibile, in più occasioni sono state interrotte le forniture elettriche per morosità, il parco automezzi non è più in grado di garantire sicurezza agli operatori, la raccolta differenziata nel centro cittadino è solo una chimera, la percentuale della raccolta è ridicola, rispetto alle previsioni, ecc. ecc. Questa è oggi la Multiservizi per colpa di questi soggetti, la cui unica preoccupazione, negli ultimi giorni, è stata quella di costituire uno staff di dieci persone al direttore generale, dopo averli voluto assumere, a dispetto della legalità e della logica. Per questo non c’è più tempo per l’amministratore unico, il direttore generale, il vicedirettore generale. Alla scrivente R.s.a. non interessano, in assoluto, gli eventuali sviluppi giudiziari che li potranno riguardare, né l’esercizio di azioni di responsabilità civile, amministrativa e contabile nei loro confronti, ma gli effetti che derivano da tale gestione. L‘ulteriore trasformazione della Multiservizi in un carrozzone politico/clientelare al fine di assicurarsi una perdurante possibilità di agire indisturbati sta negativamente segnando il futuro della stessa Multiservizi. La R.s.a. non intende stare a guardare, mentre, giorno dopo giorno, la Multiservizi si sta trasformando in una nuova Arzano Multiservizi, che, com’è noto, è stata oggetto di una interdittiva antimafia. La richiesta che la R.s.a. rivolge al Sindaco è molto semplice: che abbia il coraggio di cacciare immediatamente tutti questi soggetti (l’amministratore unico, il direttore generale, il vicedirettore generale) in modo da procedere ad una immediata verifica degli eventuali danni causati e dei quali gli stessi dovranno essere chiamati a rispondere. Non si può più attendere.