Si muove la segreteria del Presidente della Camera dei deputati, on. Gianfranco Fini, sulla vicenda dell’aula consiliare del Municipio di Castellammare di Stabia, dedicata, da oltre un anno, agli eroi antimafia “Falcone e Borsellino” , con provvedimento del consiglio comunale. Provvedimento, tuttavia, mai eseguito fino in fondo, atteso che, ancora oggi, nella medesima aula, manca persino una targa commemorativa.
A chiedere l’intervento del Presidente della Camera, con una missiva, era stato il consigliere comunale di opposizione, Antonio Sicignano, stanco di assistere al fatto che «da oltre un anno dal provvedimento del consiglio comunale, non solo non è mai stata organizzata alcuna cerimonia inaugurativa, ma giammai è stato apposto nella medesima aula anche un ”mero” simbolo (basta anche solo una targa!), finalizzato a ricordare – a titolo di monito per TUTTI – il sacrificio dei due magistrati antimafia»
Non si è fatto attendere, quindi, l’intervento del Presidente della Camera, il quale, “dopo aver preso atto di quanto rappresentatogli”, ha provveduto a chiedere “spiegazioni al Prefetto di Napoli Andrea Di Martino”. A riferire la notizia è lo stesso Sicignano, il quale ha ricevuto una comunicazione ufficiale che lo informava di ciò.
Per il consigliere comunale, la mancata apposizione della targa è un fatto “inquietante” «se solo si ricorda – spiega Sicignano – che la “ratio” della dedica ai magistrati Falcone e Borsellino, che io ho proposto al consiglio comunale, si rinviene proprio nell’esigenza di lanciare un messaggio simbolico, affinché sia chiaro a tutti che, anche a Castellammare, gli eroi sono coloro che combattono la mafia e non chi ne è connivente, come dovrebbe dimostrare la dedica celebrata nella più importante aula della città»
«Ed invece, al momento, posso solo manifestare la preoccupazione che i tanti solleciti indirizzati, anche pubblicamente, sul punto e tutti puntualmente inevasi, inducono a pensare che, forse, sussiste il pericolo che qualcuno abbia indirizzato verso questo dedica – finalizzata ad affermare un messaggio simbolico – una vera e propria “fatwa”, anch’essa simbolica, e tesa appunto ad affermare la negazione del principio che noi invece, con la dedica in esame, tentavamo di affermare».