Paolo Spiteri, reduce pomiglianese dal lager di Wegeleben, riceve una medaglia ed esclama: «Viva l’Italia»

«L’Amministrazione, di concerto con il Consiglio Comunale, ha inteso riconoscere al proprio concittadino Spiridione Paolo Spiteri, anche a distanza di tanti anni, un’onorificenza perché il suo comportamento onora la nostra Città ed indica ai giovani quali siano i valori universali ai quali ispirarsi». Così il sindaco Lello Russo, nel consegnare l’onorificenza della Città al reduce dal lager nazista di  Wegeleben. Spiridione Paolo Spiteri ha ringraziato tutti ed ha accettato la medaglia d’oro che il sindaco Lello Russo ha voluto donargli in nome della città. Poi si è commosso, ed ha commosso, esclamando: «Viva l’Italia» e rivolgendo un pensiero ai caduti di ieri e di oggi, a coloro che hanno immolato la vita per la Nazione. Classe 1922, Spiteri era arruolato al 121° Reggimento Fanteria – 12ª Compagnia Divisione Macerata quando, l’8 dicembre del 1943, ricevette l’ordine, assieme ai suoi commilitoni, di rientrare in Italia. A piedi, con i suoi compagni, percorse a piedi, tra boschi e campagne, quasi 100 km fino a raggiungere Fiume, dopo essere fuggito da un campo di concentramento allestito da partigiani Sloveni. Catturato dai tedeschi, è trasferito a Venezia e di qui, ammassato nei vagoni, approda ad un campo di concentramento e smistamento dopo un viaggio infernale di alcuni giorni, senza acqua né cibo. Al rifiuto di collaborare con i nazisti viene trasferito nel campo di concentramento di Wegeleben ed utilizzato per lavori massacranti fino al dicembre del 1943. Successivamente, per aver difeso un compagno che veniva maltrattato dalle guardie naziste, fu inviato nelle retrovie del fronte tedesco a scavare trincee e fosse anticarro, sotto continui bombardamenti degli alleati, fino all’aprile del 1945 quando fu riportato nuovamente al campo di Wegeleben, dal quale fuggì vagando nelle campagne circostanti per 2 settimane. L’8 maggio del 1945 fu finalmente accolto dalle forze alleate. Ieri la consegna, in assise pubblica, della medaglia offerta a Spiteri dalla Città di Pomigliano d’Arco, che segue l’onorificenza consegnatagli dal Prefetto per volontà della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con una cerimonia avvenuta il 27 gennaio scorso con la presenza del vicesindaco Vincenzo Caprioli, accanto al reduce pomiglianese. «Sono onorato ed orgoglioso di avere con noi, in consiglio comunale, il nostro concittadino – ha detto il presidente Maurizio Caiazzo – è anche grazie ad uomini come Spiteri se oggi viviamo in un’Italia libera e democratica». Russo ha poi invitato tutti ad alcune considerazioni. «Spiridione Paolo Spiteri – ha detto il sindaco è la memoria vivente di ciò che è stato e che non dovrebbe essere, la sua testimonianza si aggiunge alle tante altre perché nessuno dimentichi il secolo scorso, caratterizzato da atti più esecrabili e crudeli contro la dignità del’uomo e quindi contro l’umanità. Due sono gli imputati che dovrebbero sedere in un ideale tribunale, il comunismo ed il nazismo, una la vittima, l’uomo, uno il capo d’imputazione: crimini contro l’umanità. Questi due mostri, perfettamente assimilabili secondo quanto sostiene Hannah Arendt nel suo bellissimo libro intitolato “La banalità del male”, hanno mietuto milioni di vittime senza alcun criterio razionale rispondendo il comunismo ad una esigenza ideologica ed il nazismo ad un razzismo basato sulla presunta purezza e superiorità della razza ariana. Oggi di fronte a noi è presente un testimone attore di quei misfatti, un testimone che ha saputo mantenere un atteggiamento fermo contro la protervia e la crudeltà del nazismo, un testimone che onora la Città di Pomigliano».

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