Da venerdi le sale dell’ex asilo Filangieri, la sede del Forum delle Culture, sono occupate dai “precari dello spettacolo”.
Gli occupanti fanno parte del collettivo “La Balena”: un collettivo che riunisce operatori della cultura. Definizione piuttosto ampia, che racchiude al suo interno tutti coloro che operano nel settore dell’immateriale, della cultura, dello spettacolo. I lavoratori dello spettacolo, non sono gli unici che però portano avanti questa esperienza: insieme a loro ci sono diversi di centri occupati e laboratori politici napoletani, ma non solo. Molti operatori dello spettacolo sono arrivati anche da tutta Italia: giovani arrivati da varie esperienze italiane: dal Teatro Valle occupato di Roma, i lavoratori dell’arte di Milano, dal Teatro Coppola di Catania, dall’ Arsenale di Palermo e dai Docks di Venezia.
“Il Forum – spiegano Ugo ed Elena, tra i leader del movimento – è uno spazio vuoto, e in questi giorni lo riempiremo fisicamente con la nostra presenza, oltre che proponendo assemblee e spettacoli, molti artisti cittadini ci sostengono. I lavoratori precari dello spettacolo sono ormai un terzo di quelli nazionali, e in tutta Italia si stanno creando contenitori auto organizzati in cui gli operatori della cultura diventano protagonisti della gestione del loro lavoro, invece di subire sempre scelte calate dall’alto”
Si svolgono assemblee di confronto e dibattiti, lo spazio è aperto a chiunque e tutti possono entrare e partecipare: “In questo momento comune di condivisione di questo spazio, dovremmo capire come far dialogare le arti, come reinventare gli spazi in base alle esigenze del nostro lavoro – afferma Tania – Ormai è palese la mancanza di un programma culturale serio nel nostro Paese. Pensare ad alternative reali, è la sfida a cui siamo chiamati: occorrono nuovi modelli di relazione tra i lavoratori dello spettacolo e conseguentemente nuovi modelli economici”
La situazione dei lavoratori dello spettacolo, infatti, appare oggi in Italia come una delle più drammatiche: il progetto “Cresco”, mediante il suo sito, ha diffuso i dati di alcune inchieste condotte sulle condizioni di questi lavoratori.
“In questi giorni, un punto fermo è stato dichiarato – afferma Roberto Ciccarelli, giornalista e autore del libro “La furia dei cervelli” – ovvero la necessità di portare all’ attenzione e renderci davvero consapevoli della condizione sociale e economica drammatica di tutto coloro che operano nel mondo dello spettacolo. In questi giorni – continua Ciccarelli – ho girato Napoli, ed ho capito che con un’anima vibrante ed a testimoniare ciò sono le numerosissime esperienze di aggregazione tra persone e le grandi iniziative territoriali, soprattutto in periferia, ma anche nel centro di questa città. Io penso – aggiunge – che la vera sfida di questa città sia unire le esperienze artistiche del centro e della periferia, e un luogo come questo, è il posto ideale”.
Nelle assemblea convergono le idee, anche diverse tra loro, di chi, la fatica e la bellezza di questo mestiere, le vive sulla propria pelle ogni giorno: “Dobbiamo sfatare il mito della cultura improduttiva – afferma Antonio – Iniziare a pensare alla cultura come bene comune: abbiamo una nostra autonomia da rivendicare. La necessità più impellente è quella di aprire una discussione congiunta sul welfare, innanzitutto per smarcarci da questo lavoro inteso troppe volte come forma di ricatto: il nostro è un settore frammentato, senza adeguate tutele “
In queste giornate di occupazione, hanno fatto capolino anche alcuni esponenti del Comune di Napoli: l’assessore Tommasielli, l’assessore Di Nocera e l’assessore Lucarelli si sono confrontati (con più o meno fortuna) con gli “abitanti” del Forum.
L’assessore Lucarelli è probabilmente parso quello più disponibile, o quanto meno quello che ha manifestato una certa linea di condivisione con le ragioni degli occupanti: “Esperienze come queste sono molto importanti – afferma davanti all’assemblea – è necessario vivere il comune, cioè attivare cosi la democrazia vera, non quella di delega. La disobbedienza e il conflitto sono a volte necessari per arrivare all’erosione della democrazia basata sulla delega. L’importante ora è gestire, passare sul piano sostanziale, evitare una sorta di formalismo borghese con proposte concrete, attuando nuovi modelli di gestione della cultura e magari anche di questo stesso Forum delle Culture: in questo senso l’intenzione di voler snellire l’apparato della Fondazione Forum, come è stato fatto, va proprio in questa direzione.” In conclusione un pensiero: “Auspico quindi che da questi luoghi parta la nascita di uno statuto della cultura come bene comune: il che potrebbe essere un punto di partenza di non poca rilevanza”.
Anche il sindaco de Magistris ha espresso parole di appoggio, tramite il suo sito internet e contatto facebook: “ Esiste una piena sintonia con il loro modo di concepire la cultura, che non può in alcun modo essere degradata a merce, ed il Forum internazionale delle Culture, il quale dovrà essere un evento fondato sul coinvolgimento di tutti i cittadini.”
Al momento è difficile capire a cosa poterà tutto ciò: sul sito del collettivo la Balena, è stato diffuso un comunicato in cui si afferma la volontà di proseguire l’occupazione.
Mario De Angelis