Giovedì 8 marzo in occasione della Festa della donna e dell’iniziativa ministeriale che prevede l’ingresso gratuito alle donne in tutti i luoghi di cultura, saranno riaperte stabilmente al pubblico, dopo i recenti restauri, le Terme Stabiane; per la prima volta sarà visitabile anche la sezione femminile.
Si tratta dell’edificio termale più antico della città (II sec. a.C.), costruito su un impianto precedente del IV-III secolo a. C; è suddiviso in Terme maschili e femminili e presenta la classica ripartizione in frigidarium (sala con vasca per il bagno freddo), apodyterium (spogliatoio), tepidarium (sala tiepida), caldarium (sala per il bagno caldo) e fornaci (per produrre calore).
Nell’ingresso e nella palestra si conservano raffinate decorazioni in stucco policromo, con soggetti figurati e mitologici di ‘quarto stile. Lo stucco, fatto di calce e calcite, era particolarmente indicato in questi ambienti per la sua caratteristica resistenza all’umidità. Ad ovest della palestra centrale porticata era la natatio ( la piscina esterna).
La cura per il corpo era per gli antichi romani di fondamentale importanza, ma le terme rappresentavano soprattutto una occasione di vita sociale. Si andava alle terme non solo per fare il bagno, ma anche per incontrare amici, conversare, cercare appoggi politici. Gli stabilimenti offrivano bagni caldi, piscine, saune, palestre e spazi porticati, locali per il massaggio e la toeletta.