Castellammare, presunte infiltrazioni della camorra tra i tesserati Pdl. Bobbio: “Non controllo io”

 

 

 

 

 

 

 

A poche ore dall’inizio dei congressi provinciali del partito del Popolo delle Libertà la notizia di presunti personaggi vicini alla malavita di Castellammare iscritti al partito locale ha fatto balzare dalla sedia i berlusconiani. Il nome che spicca tra la lista degli oltre tremila tesserati è quello di Filomena Fontana, moglie del boss dei D’Alessandro Salvatore Belviso, ora collaboratore di giustizia. Di seguito le reazioni del primo cittadino stabiese, Luigi Bobbio, del consigliere di Fli, Antonio Sicignano e del dirigente pidiellino Carlo Carrillo.                                                                                                                                                                                                                                                                       “Anche quando si tratta di camorristi e, in particolare, di camorristi tesserati con qualche partito, sono abituato a non guardare in faccia a nessuno. E se dovesse risultare confermato che tra gli iscritti al Pdl di Castellammare di Stabia vi è qualche persona di camorra, pretenderò che il mio partito proceda all’immediata espulsione della stessa. È chiaro che, in questo momento, nel quale è partita la macchina del fango del Pd e della sinistra stabiese e non (si consideri che l’autore dello «scoop» scrive al tempo stesso su Metropolis ed è addetto stampa del Pd di Orlando) è prematuro fare distinguo e sottilizzare, ma va detto con grande chiarezza subito che questo ipotetico e ancora tutto da dimostrare «caso» è comunque ben diverso e molto meno grave di quello che straziò il Pd stabiese all’indomani dell’omicidio Tommasino. In quella vicenda, fra i tesserati c’era uno degli assassini di Tommasino e non, per esempio, ove mai fosse dimostrato, la moglie di un collaboratore di giustizia che si sarebbe tesserata dopo l’inizio della collaborazione del marito, persona per definizione normativa fuori dalla camorra. Anzi, a ben guardare, la famiglia di costui quando era camorrista e assassina si tesserava col Pd e quando è passata dalla parte della giustizia si sarebbe tesserata col Pdl… Chiarisco, poi, inoltre, sempre preliminarmente, che io sono il sindaco di Castellammare, iscritto al Pdl, e non sono il rappresentante del partito in città per cui non ho gestito il tesseramento e non ho, per statuto, poteri di controllo sullo stesso”.

Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio.

“Chiarisco ancora che, per quanto riguarda la mia persona e il mio ruolo politico-istituzionale, quello che conta sono le mie azioni che in termini di attacco alla camorra parlano molto chiaro. Ribadisco che, se i fatti raccontati da Metropolis fossero confermati, pretendo sin d’ora che, comunque, i tesserati Pdl che fossero individuati in qualunque modo riconducibili a clan di camorra siano espulsi immediatamente dal partito. Aggiungo, ancora, che il tesseramento del Pdl è un tesseramento estremamente libero, in cui qualunque cittadino può iscriversi anche via web o per corrispondenza. E che, quindi, il tesseramento stesso sfugge per definizione statutaria a ogni ipotesi di controllo preliminare da parte del partito stesso. Ciò, ben diversamente da quanto accadde nel 2009 per il Pd a Castellammare, laddove i tesserati camorristi si dovettero presentare personalmente presso la sezione dello stesso Partito democratico esibendo un documento, firmando di proprio pugno e pagando l’iscrizione alla presenza di funzionari del Pd stesso. Aggiungo ancora che se fossero confermate tutte le asserzioni del giornale stabiese saremmo in presenza di un numero di persone così ridicolo che, su quasi 3300 adesioni, arriverebbe a una percentuale dello 0,001. Va chiarito che l’attacco giornalistico è stato sferrato in maniera alquanto affrettata. Infatti, il giornale, è entrato in possesso della lista dei tesserati non ancora pubblica ed ha divulgato la distorta notizia, senza tener conto, dolosamente, neppure del fatto che, dall’epoca della conclusione del procedimento di tesseramento, non è trascorso il tempo utile ad avviare e a concludere i controlli ad effettuarsi – non da parte mia – su ciascuna singola tessera secondo statuto e regolamento del partito. Se poi il metodo di questa macchina del fango animata in prima battuta da questo succedaneo di San Catello che risponde al nome di  Santaniello e dal suo committente e datore di lavoro che risponde al nome dell’on. Orlando (il quale avrebbe parecchi affarucci suoi di cui occuparsi se solo pensiamo alle primarie del Pd a Napoli e annessi secondiglianesi) è quello di sparare a raffica pescando tra gli elenchi degli iscritti tesserati Pdl a Castellammare (che ancora non si sa come abbia avuto) nomi di famiglie intere, senza neanche avere la decenza di pensare che esistono le omonimie, allora vuol dire che ci attrezzeremo di conseguenza.  Chiarisco che quando si tratta di camorra io non chiudo né uno né tutti e due gli occhi a differenza degli esponenti della sinistra stabiese e non, esercitando al contrario, con attenzione estrema, tutti i poteri di controllo di cui sono dotato, quando ne sono dotato. Ovviamente, parlando di tesseramento, non ho nessun potere di controllo. Vale la pena, poi, di ricordare al solito stupido in malafede che se, per esempio, tale Nicola Abatino ha deciso di tesserarsi, lo stesso Nicola Abatino, ancorché licenziabile da alcuni anni, in quanto dipendente comunale, non era stato mai cacciato dal Comune dalle amministrazioni precedenti alla mia, ivi compresa quella Vozza, tanto da rientrare come caso emblematico non solo negli atti della commissione d’accesso, ma da essere oggetto di una delle prescrizioni dettate dal prefetto all’esito della stessa e che, non appena fui eletto sindaco, l’Abatino fu licenziato dalla mia Amministrazione in ottemperanza alle prescrizioni prefettizie. Non è venuto in mente a questi spalatori di fango che l’Abatino, per esempio, avrebbe potuto decidere di tesserarsi al solo e unico scopo di creare una difficoltà al partito e al sindaco che aveva osato licenziarlo? Nel contrasto alla camorra mai fatto fino ad oggi in questa città al di là di inutili buffonate di facciata, dai miei predecessori, com’è mia abitudine ci sto rischiando in proprio personalmente e familiarmente e non permetto a nessun buffone in malafede di mettere neanche lontanamente in dubbio, nella sua paranoia strumentalizzatrice, che la gente su questo come su tutti gli altri temi si possa fidare di me”, ha aggiunto Bobbio.

“Se questo è il gioco, sono disposto a giocarlo con qualunque mezzo e questi cialtroni calunniatori non devono fare altro che scegliere come e dove. Come mai, guarda caso, su un tesseramento in provincia di Napoli superiore alle 55mila adesioni, il «caso» viene montato dal giornale di Castellammare a me ostile, a firma dell’addetto stampa del Pd provinciale e regionale verticalizzando questa patetica bolla mediatica, come sarebbe stato lecito attendersi non già sul partito ma sul sindaco che, ribadisco, come dovrebbe essere noto, è un semplice iscritto e non il responsabile cittadino né il titolare dei poteri di controllo sul tesseramento? Per questa gente, la realtà non conta: quando gli conviene mi dipingono come un emarginato nel Pdl e quando gli conviene il contrario, come oggi, mi vogliono far apparire come il vero padrone e controllore del partito. Diffido Metropolis formalmente dal continuare su questa strada sensazionalista, calunniatoria e diffamatoria sia nei titoli che nei contenuti degli articoli. All’iniziativa di oggi farà subito seguito una mia querela e richiesta di risarcimento danni e altre ne seguiranno se la cosa dovesse ripetersi”, ha concluso Bobbio.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   

“Le dichiarazioni del sindaco Pdl di Castellammare sulla vicenda della moglie del boss iscritta al Pdl stabiese sono allucinanti e molto gravi. Per questo motivo, chiediamo le dimissioni del primo cittadino, in quanto il Pdl a Castellammare, oltre ad avere iscritte queste persone, governa la città. Se il Sindaco, dopo quanto emerso, crede veramente nella legalità e nella vera lotta alla camorra, per una esigenza di trasparenza, ora si deve dimettere” è quanto sostiene Antonio Sicignano, responsabile legalità e lotta alla camorra del FLI Campania e consigliere comunale della città delle acque.

“E’ inutile nascondersi dietro un dito – continua – Che il Pdl a Castellammare presentava molti punti oscuri e che rischiava di fare la fine del Pd del 2009, in cui risultarono iscritti i killer di camorra, noi lo stiamo dicendo da due anni: anzi, siamo usciti dal Pdl, proprio in considerazione di questo fatto. Basta leggere i nostri comunicati stampa, che abbiamo fatto negli ultimi due anni. Dal Pdl invece siamo stati sempre e solo ignorati; loro, anzicché affrontare questi problemi, pensavano alle passerelle, alle sceneggiate ed alle chiacchiere”

“Dal Primo cittadino, pertanto, ci saremo aspettati una presa di coscienza della gravità della vicenda. Invece di lui abbiamo letto dichiarazioni allucinanti e molto gravi, che ora meritano solo le sue dimissioni. Tutti sanno che le persone legate, a vario titolo, con esponenti della camorra non si iscrivono ad un partito “on -line”, per scherzo o per fare un dispetto. Se il Primo Cittadino vuole fare credere questo vuol dire che minimizza il problema e che prende in giro i cittadini”

“Esprimiamo inoltre solidarietà al giornalista Giovanni Santaniello che ha avuto il coraggio di tirare fuori questo scoop, il quale non solo si è esposto al rischio di ritorsioni dalla camorra, ma è stato anche oggetto di strali e accuse da parte dal primo cittadino. Addirittura annunciando, alla faccia della libertà di espressione, querele e richieste di danni”.

“E’ davvero allucinate, poi, il punto in cui addirittura il sindaco, nel suo comunicato stampa, sembra quasi giustificare questa vicenda, sostenendo che il boss, la cui moglie si è iscritta al pdl, è ora “per definizione normativa fuori dalla camorra”, in quando attualmente collaboratore di giustizia. Ma ci rendiamo conto? Si tratta di dichiarazioni francamente allucinanti, che offendono chi veramente lotta la camorra, in quanto stiamo parlando di persone attualmente condannate per omicidi di camorra e legate a famiglie storiche della malavita locale. Speriamo solo che ciò non significhi un passaggio di coscienze del Pdl, da partito degli onesti a partito dei collaboratori di giustizia. Spatuzza e Ciancimino avvisati!”                                                                                                                                                                                                                                                      

“In una città dove alligna un alto tasso di criminalità, non risulta poi tanto difficile fare le pulci ad un elenco di elettori che, senza aver precedenti penali ed in regime di godimento dei diritti civili, iscritti ad un qualsiasi partito, possano avere delle parentele scomode: tanto, prima o poi, il parente “scomodo” salta fuori anche nelle migliori famiglie”. Ha detto Carlo Carrillo, dirigente del Pdl stabiese.

“Non si può indubbiamente paragonare la vicenda del PdL , e di qualche suo iscritto, con quella del P.D. del 2008- ha concluso Carrillo- non ne esistono le condizioni, nel modo più assoluto. I parenti, infatti, sono come i genitori, non si scelgono, mentre gli amici, invece, quelli sì che si scelgono, e tra gli iscritti di quel P.D. qualcuno scelse più di qualche amico per farlo iscrivere. Il Sindaco, in questa vicenda del tesseramento, viene tirato in ballo proprio come il cavolo a merenda, ossia, non c’entra proprio per niente, dato che, al massimo, può essere considerato, in tale occasione, solo ed esclusivamente un socio iscritto nel medesimo partito”.

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