La vicenda del tesseramento “inquinato” del PDL stabiese non può e non deve sorprendere. Appena due anni fa una vicenda analoga riguardò il PD che fu costretto ad un drammatico commissariamento prima e a una storica sconfitta elettorale dopo».è quanto sostengono in una nota il presidente del circolo stabiese di Fli, Cataldo Esposito, ed il vicepresidente, Enrico Scognamiglio.
«Le cause, pur riguardando partiti molto diversi fra loro, sono sempre le stesse: una esasperata lotta fra correnti e fazioni alla base della quale spesso non vi sono motivazioni politiche ma meri personalismi, l’attenzione alle quantità delle tessere, al di là della loro provenienza, piuttosto che alla qualità della proposta , un avvilente “carrierismo” che vede nel confronto politico cittadino semplicemente un trampolino di lancio per chissà quali altri traguardi politici.»
«La verità è che non si è saputo o, più verosimilmente voluto, fare i conti fino in fondo con questi dati di fatto che caratterizzano la politica locale ormai da decenni. Anzi, si è tranquillamente perseverato. Non è un caso che il maggior responsabile politico della candidatura Romano alle primarie del PD (era il capolista) sia comodamente transitato nello schieramento opposto ed accolto con tutti gli onori, tanto da essere eletto presidente del consiglio comunale con una maggioranza compatta come poche volte avvenuto sinora. E non è un caso che un intero blocco di potere, politico ed economico, che ha determinato le sorti della città durante il quasi ventennio di governo della sinistra, sia lo stesso che oggi detiene i posti di comando con un’amministrazione di destra. Il ricambio della classe politica cittadina resta una chimera e lo scontro, in buona parte, è limitato al potere fine a se stesso.»
«Di fronte ad un quadro come questo, FLI non può non ribadire ancora una volta la necessità di una radicale alternativa al governo del PDL e del sindaco Bobbio che non si costruisce, ovviamente, con un ritorno al passato, ma attraverso l’elaborazione di un progetto forte per la città, che sappia unire le forze sane e responsabili presenti oggi in tutti gli schieramenti. La legalità non può ovviamente esaurire un programma politico, soprattutto quando si tinge di moralismo e giustizialismo, ma è per noi la condicio sine qua non per dialogare con gli altri e per costruire schieramenti. Le arrampicate sugli specchi le lasciamo ad altri, a partire da un primo cittadino di cui continuiamo a chiedere le dimissioni per aprire finalmente una nuova fase.»