Ordinanza del Tar che boccia la richiesta di Terzigno di bloccare gli sversamenti in Cava Sari, riunione tra i sindaci di Boscoreale, Boscotrecase, Terzigno , Trecase e Regione per parlare tra le altre cose di un piano di bonifica della discarica in pieno centro cittadino.
Nel giro di pochi giorni notizie su notizie si sono accavallate, ma i cittadini cosa pensano?
Stamattina, domenica 11 marzo, quegli stessi che hanno patito e continuano a patire le conseguenze di una scellerata politica pro inceneritori e discariche, con avvisi di garanzia e processi, si sono riuniti per dire la loro.
I cittadini boschesi, guidati dal movimento Difesa del Territorio e dal Collettivo Area Vesuviana si sono pronunciati in un’assemblea a cui hanno partecipato circa un centinaio di persone: “La discarica Sari, che stando al nuovo piano regionale dei rifiuti doveva serrare definitivamente i cancelli nel mese di marzo, è divenuta oramai un vero e proprio affaire”.
Da circa un mese, la Sapna, che si occupa della gestione dei conferimenti in discarica ha ordinato a tutti i comuni della zona rossa, esclusi Boscoreale, Boscotrecase, Trecase e Terzigno, di non sversare più i loro rifiuti nella Sari, per cui i sindaci di questi ultimi paesi hanno pensato di poter gestire, istituendo un consorzio tra loro, la discarica e gestire un impianto di captazione ed utilizzazione del biogas, trasformandola in energia elettrica.
Quest’ultima proposta è stata avanzata proprio dal sindaco di Boscoreale Gennaro Langella, il quale ha anche affermato che vorrebbe che il consorzio si occupasse del post mortem della discarica con la supervisione delle persone che hanno lottato pacificamente per farla chiudere.
Il Movimento e il Collettivo si sentono esclusi e pensano che: “Tutto ciò a nostro avviso è paradossale, come paradossale è che abbiano ancora diritto alla parola queste persone che hanno speculato sulla vita degli abitanti. Noi saremmo la parte violenta delle proteste e il loro intento è chiaro: mirano a stroncare e spaccare quella parte del movimento antidiscarica che, ancora tenacemente, tenta di opporsi a questa politica dell’avvelenamento generalizzato”.
Il movimento Difesa Area Vesuviana e il Collettivo Area Vesuviana dicono il loro no e lo spiegano: “Dopo l’ordine della SapNA, la reazione dei sindaci non è tardata ad arrivare ed è una vera e propria finta di corpo arrivata, per giunta, in piena campagna elettorale”.
Quanto al ricorso per sospendere gli sversamenti presentato dalle avvocatesse Esposito e Stanziano che il Tar ha bocciato i cittadini dicono: “Il buco rimane attivo e funzionante, lasciando a bocca asciutta i sindaci Auricchio, Borrelli, Cirillo e Langella, che già si crogiolavano in attesa dei soldi che la Regione dovrà stanziare per una non ben specificata bonifica”.
Intanto il primo cittadino di Boscoreale, Langella e quello di Terzigno Auricchio si sono costituiti parte civile e “danno sostegno all’azione repressiva, mettendosi contro venti cittadini che affronteranno il processo il 26 aprile prossimo. Cittadini che hanno difeso con i denti quello che resta di una terra martoriata, da monte a valle, e distrutta da anni di malgoverno e cattiva gestione della cosa pubblica”.
Dopo la breve assemblea che si è tenuta a Piazza Pace, sotto il Municipio, il Movimento e il Collettivo hanno radunato un corteo, giunto fino alla rotonda di via Panoramica.
Presenti alla manifestazione anche il movimento contro la chiusura del presidio ospedaliero di Torre del Greco, Maresca, e alcuni rappresentanti dei NoTav.
Giovanna Sorrentino