Dopo l’ultimo tentativo di furto ai danni di una turista straniera nelle immediate vicinanze della circumvesuviana a Ercolano la comunità degli scavi si interroga sulla necessità di istituire posti di controllo da parte delle forze di polizia in punti nevralgici del paese e in orari di punta. Il timore è che in seguito alla decapitazione dei clan malavitosi operanti sul territorio operata dalla Magistratura e dalle forze dell’ordine Ercolano sia ormai considerata dalla camorra territorio di nessuno ovvero oasi nella quale far scorrazzare balordi e teppisti provenienti da paesi confinanti. Non è la prima volta che i riflettori della nera si accendono sul piazzale stazione a Ercolano, non è la prima volta che i residenti chiedono al sindaco Vincenzo Strazzullo maggiori controlli da parte della polizia locale nelle aree maggiormente a rischio della città. I carabinieri della locale tenenza fanno miracoli per garantire un monitoraggio cavillare dell’intero perimetro urbano istituendo quotidianamente servizi civetta e posti di blocco gestiti con estrema professionalità dai militari. Ma i limiti di un’inadeguata politica commerciale, della forte recessione in atto nel Paese e soprattutto della quanto meno approssimativa gestione della comunità cominciano a farsi sentire. In pratica poco o nulla è offerto ai visitatori in termini di servizi ricettivi che scelgono Ercolano quale meta del proprio tour in Campania. Gli stessi giovanissimi residenti si trovano spesso a dover emigrare nella vicina Portici o a Torre del Greco per poter usufruire dei servizi che da sempre Ercolano è incapace di offrirgli. Il dato più grave è l’ostinata negazione da parte di alcuni esponenti dell’amministrazione guidata da Strazzullo di una simile realtà : gli stessi rappresentanti politici che pur percependo regolarmente gettone di presenza in qualità di consiglieri comunali o retribuzione da assessori preferiscono in molti casi effettuare lo shopping in altre località invece di incrementare l’economica indigena. Tutto sommato basta osservare come in età dell’obbligo e contro i regolamenti vigenti diversi politici iscrivano i propri figli in istituti di Portici per comprendere quanto poco amore ci sia nei confronti di una terra vulcanica dalla potenzialità appena scalfite da parte degli stessi pubblici referenti. Tanto, troppo da riflettere per l’attuale governo locale che dovrebbe forse interrogarsi sull’opportunità di proseguire un mandato ad oggi dai risvolti pratici in positivo quasi nulli per Ercolano.
Alfonso Maria Liguori