Sembra davvero Eolo e non Vulcano il dio più accanito contro gli Scavi di Pompei e stavolta la sua ira funesta torna ad abbattersi sulla domus di Loreio Tiburtino. I forti venti, infatti, che si sono susseguiti nei giorni scorsi hanno sradicato la struttura in legno, di recente fattura, che adornava lo splendido giardino dell’antica magione romana. La stessa, del resto, collocata nella zona dell’anfiteatro, già nei mesi scorsi era stata interessata dallo sfarinamento di una delle colonne del pergolato esterno, nei pressi dell’affresco di Piramo e Tisbe. In quell’occasione la Soprintendente Teresa Elena Cinquantaquattro riferì che la zona, oggetto di uno scavo di Amedeo Maiuri negli anni cinquanta, era stata restaurata nel corso degli anni ottanta e da allora non vi erano stati altri interventi. Capita, così, per una seconda volta che la medesima domus, una delle più belle inserite anche nei percorsi notturni, sia tempestata dal vento e subisca un altro danneggiamento su cui sono in corso gli accertamenti dei tecnici della Soprintendenza, guidati dal direttore degli scavi Antonio Varone. In questo caso, l’episodio sembra circoscritto alla parte moderna realizzata per contornare il giardino di Loreio Tiburtino di un vero e proprio pergolato di legno che ha ceduto al forte vento, quindi non dovrebbero registrarsi ulteriori perdite della parte antica. Tale giardino, d’altronde, è particolarmente celebre e caratterizzato da due lunghe vasche d’acqua centrali a forma di “T”, che simulano le esondazioni nel Nilo nel corso dei rituali dedicati al culto della dea Iside che l’augusto proprietario vi celebrava. A meno di non voler, dunque, ipotizzare che uno scontro tra gli dei dell’olimpo e quelli egizi abbia provocato questo ennesimo crollo nella serie infernale che si ripete regolarmente a Pompei, dobbiamo congetturare che anche questo abbia cause umane e viene da chiedersi quanto ancora vogliamo sfidare la sorte e vedere sfibrarsi davanti ai nostri occhi questo antico gigante che sembra ormai allo stremo. Quando si agisce? A meno che non si aspetti che pezzo per pezzo Pompei venga giù tutta, e in questo caso l’ira degli dei sarebbe giustificata: ci tolgono Pompei perché noi, semplicemente, non ce la meritiamo.
Claudia Malafronte