Una nuova pubblicazione scientifica ricorda il devastante sisma che colpì il Comune di Casamicciola nel 1883, l’evento è considerato il primo grande terremoto dell’Italia Unita.
Sarà presentato il prossimo 21 marzo alle ore 15:30, presso la sala Conferenze dell’Osservatorio Vesuviano – Sezione di Napoli dell’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia (INGV), Via Diocleziano 328, il volume “Casamicciola milleottocentottantatre Il sisma tra interpretazione scientifica e scelte politiche” (casa editrice Bibliopolis). Autori del volume gli scienziati Giuseppe Luongo e Ilia Delizia, dell’Università di Napoli “Federico II”, e Stefano Carlino, Elena Cubellis, Francesco Obrizzo dell’Osservatorio Vesuviano – INGV.
La scossa che sconquassò l’isola d’Ischia nel 1883, con i suoi 2333 morti, 762 feriti e molti crolli a Casamicciola, Lacco e Forio, rappresenta il primo grande terremoto che colpì l’Italia unità.
La forte impressione suscitata a livello europeo dall’evento – raccontano gli autori – impegnò il Governo a un intervento massiccio nella fase dell’emergenza e portò sulla scena del disastro numerose personalità e scienziati famosi. Perché non sia cancellata la memoria del loro contributo e per dare conto della maturazione cui giunse la riflessione scientifica e l’organizzazione del reinsediamento in quella circostanza, nel volume sono ricordati sei personaggi che hanno avuto un ruolo decisivo nell’ analisi del fenomeno sismico e nelle scelte che hanno guidato la ricostruzione.
Si tratta di Francesco Genala, all’epoca ministro dei Lavori Pubblici; Henry James Johnston-Lavis, impegnato professionalmente come medico e studioso dei fenomeni sismici e vulcanici; Luigi Palmieri, direttore dell’Osservatorio Vesuviano; Michele Stefano de Rossi, il primo a introdurre una moderna scala di intensità per i terremoti e a promuovere una rete sismica in Italia; Giuseppe Mercalli, che propose una nuova scala delle intensità universalmente riconosciuta e fu direttore dell’Osservatorio Vesuviano; Giulio Grablovitz, fondatore e direttore dell’Osservatorio Geodinamico di Casamicciola. L’interesse degli scienziati in Italia ‘800, per le Scienze della Terra – spiegano gli autori – è stato molto intenso per le caratteristiche geologiche della penisola, specialmente per l’elevata sismicità e la presenza di vulcani attivi.
Questi elementi saranno determinanti per la realizzazione dell’Osservatorio Vesuviano, primo osservatorio vulcanologico al mondo, inaugurato ufficialmente in occasione del Congresso degli Scienziati Italiani a Napoli nel 1845. Nel volume – concludono gli autori – sono affrontate le questioni relative all’interpretazione dei fenomeni sismici e vulcanici e all’analisi delle scelte urbanistico-edilizie relativi al disastroso fenomeno e alle scelte del governo mirate alla sicurezza del territorio. Un’occasione per riparlare di Ischia, per proporre ancora una volta il problema della riduzione del rischio sismico e vulcanico nell’Isola e con essi l’Osservatorio di Casamicciola con la sua funzione di controllore della dinamica endogena.
Nel corso della presentazione gli argomenti trattati nel libro saranno elemento di dibattito tra i Direttori dell’Osservatorio Vesuviano che partecipano all’incontro: Paolo Gasparini (1970-1983), Università di Napoli “Federico II” ; Giuseppe Luongo (1983-1993), Università di Napoli “Federico II”; Lucia Civetta (1993-2001), Università di Napoli “Federico II”; Giovanni Macedonio (2001-2007), Osservatorio Vesuviano – INGV; Marcello Martini (in carica dal 2007), Osservatorio Vesuviano – INGV. Partecipa all’incontro Pietro Greco, giornalista scientifico. Moderatore del dibattito: Ugo Leone, Presidente Parco Nazionale del Vesuvio. Saranno presenti gli autori.
Una seconda presentazione del libro sarà effettuata presso la Feltrinelli di Napoli il 28 marzo alle ore 18:00, Via S. Tommaso D’Aquino, n.70. Ne discutono con gli autori: Ferruccio Ferrigni, Centro Universitario Europeo Beni Culturali Ravello; Luigi Mascilli Migliorini, Università di Napoli “L’Orientale”; Silvio Perrella, Scrittore; Antonio Rapolla, Università di Napoli “Federico II”.
Ferdinando Fontanella
Twitter: @nandofnt