I colpi di scena non finiscono mai. Lo avevamo anticipato la scorsa settimana, la politica sangiorgese è in pieno fermento in vista delle elezioni amministrative del 6 e 7 maggio prossimi, tra cambi di casacca, capovolgimenti di fronte, ripensamenti all’ultimo minuto, regna il totale caos. L’ultimo in ordine di tempo a fare un passo indietro è stato Ciro Di Giacomo, consigliere comunale del Pdl, recordman di preferenze (oltre 700) alle scorse comunali del 2007, che lascia la coalizione sponsorizzata dall’onorevole Bruno Cesario, con Aldo Raucci candidato a sindaco, per appoggiare l’altro candidato del centrodestra Aquilino Di Marco, candidandosi in una nuova lista civica, Alleanza dei Moderati per San Giorgio. «Non vi erano più le condizioni per continuare insieme – dice Di Giacomo – il progetto politico di Cesario e Raucci, che comunque ringrazio sinceramente, era inconsistente e soprattutto non vi erano le risorse umane idonee per realizzarlo. Il progetto Di Marco, invece, è vincente e ci porterà lontano». «Siamo felici di avere Di Giacomo dalla nostra parte – ha affermato Di Marco – è vero che eravamo su posizioni diverse ma come nei migliori matrimoni è fisiologico litigarsi ogni tanto, discutere apertamente. Ma quello che ci ha sempre uniti sono sempre stati i discorsi sui problemi del territorio e dei cittadini. La nostra proposta sta facendo breccia tra i sangiorgesi, ci distinguiamo dagli altri per essere un movimento che va al di là dei partiti e Di Giacomo sarà una parte essenziale della stessa». «Quella di Di Giacomo è una fuga in piena regola – accusa Aldo Raucci – innanzitutto, è buona educazione avvisare il diretto interessato quando si assume una decisione così significativa. Invece di giustificare il suo cambio di casacca ai suoi elettori, è incomprensibile che fino a poche settimane fa ero il suo miglior candidato a sindaco, poi improvvisamente sono divenuto un uomo senza idee e carisma. Ma ciò che più mi infastidisce è l’accusa, da egli stesso rivoltami, di voler beneficiare dei suoi consensi per diventare almeno consigliere comunale. E’ una falsità che non gli rende onore». «Nessun cambio di casacca, questa è la mia vera casa – replica Di Giacomo – se Raucci crede di essere poco carismatico o di millantare di avergli rivolto determinate accuse, è un problema suo. Quelle parole non le ho mai pronunciate. E poi, non è mai stato il mio miglior candidato, anzi tra lui e una perfetta sconosciuta, egli era il meno peggio». Il “passaggio” di Di Giacomo nell’altra coalizione determina una situazione di ulteriore tensione all’interno del centrodestra, poiché Cesario diviene sempre più solo, la sua coalizione perde pezzi e si indebolisce sempre più, dalle dieci liste che appoggerebbero Raucci si è scesi a sei, tra cui Raucci sindaco, Per la nostra città, Noi Democratici, Nuovo Psi, Giovani per San Giorgio e un’altra lista “federata”, comprendente più sigle. A questo punto la presenza della lista del Pdl è sempre più a rischio e sarebbe la prima volta, da quando è nato il partito di Berlusconi, a non presentarsi alle elezioni e a comparire sulla scheda elettorale. Da valutare la questione a dir poco confusionaria dell’Udeur che al momento non ha una posizione ufficiale univoca e quindi non sa da che parte stare, se con Raucci o con Giorgiano. Intanto, ieri mattina il sindaco Domenico Giorgiano e la coalizione di centrosinistra che lo appoggia hanno ufficialmente dato il via, in pieno centro, tra gazebo e banchetti, alla loro campagna elettorale. Il Movimento Cinque Stelle, invece, ha inaugurato il proprio comitato elettorale in via Nicolardi 12.
Claudio Di Paola