“E’ assurdo, l’Italia è traboccante di custodi che però sono sparpagliati male. Almeno dove ci sono delle domus particolarmente belle ci deve essere un custode”. E’ questa la prima impressione che ha avuto Gian Antonio Stella, giornalista e scrittore, in visita agli scavi di Pompei. Stella, che è autore del libro-inchiesta sui beni culturali: “Vandali – Assalto alle bellezze d’Italia”, ha mosso due critiche alle istituzioni per la mancanza di personale e il cattivo stato di conservazione in cui versano gli scavi. “La mia impressione è che Pompei è come una parte generale del problema del Paese: non si fa manutenzione. Si aspetta che crolli tutto per poi fare un grande piano di recupero. Pompei è piena di mosaici che stanno andando in malora. Il problema non riguarda solo Pompei. Siamo in una zona ad altissimo tasso di disoccupazione, se qualcuno pensa che mettere soldi su Pompei significa investire sul passato non ha capito nulla. Non c’è dubbio che la colpa è anche delle istituzioni locali. Spendere soldi per far vedere la Pompei finta, come da un progetto avanzato dal Comune mariano, è semplicemente ridicolo. Ogni centesimo speso per la Pompei finta è tolto alla Pompei vera. Detto in siciliano: una minchiata”. La visita di Gian Antonio Stella è avvenuta in compagnia dell’ex presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali, Salvatore Settis e del presidente dell’Osservatorio patrimonio culturale, Antonio Irlando. La passeggiata ha avuto il carattere del sopralluogo per constatare personalmente in che situazione sono gli scavi di Pompei e quelli di Oplonti. “Il sito pompeiano ha un personale assolutamente insufficiente rispetto alle sue dimensioni, i commissariamenti hanno sprecato i pochi soldi in bilancio- ha detto Settis- Ci vorrebbero 200 archeologici, c’è ne è stato uno solo per tanto e da poco ne sono arrivati undici. Si vedono intere case senza un custode. Il Teatro Grande è un disastro nel disastro: un commissario ha deciso di sostituire alle impalcature leggere di metallo con delle pietre di tufo e cemento. E’ una cosa vergognosa così come la spesa di milioni di euro per fare uno spot in cui gli affreschi degli scavi di Pompei cantano in inglese. Sono la più grande meraviglia del mondo e mi piacerebbe che venisse mantenuta meglio. Siamo ai livelli di un museo di provincia francese”. Le parole dei due speciali visitatori fotografano al meglio la cartolina degli scavi pompeiani: un disastro.
Raffaele Cava