Gragnano: una città spaccata in due

Una città spaccata in due. Dopo l’uscita polemica del sindaco Annarita Patriarca (Pdl), che martedì sera ha protocollato le dimissioni in seguito all’arresto del marito e sindaco di San Cipriano d’Aversa Enrico Martinelli, le opinioni del mondo politico locale si dividono. Per qualcuno la scelta della Patriarca rappresenta “un gesto di alto profilo istituzionale, un segno di rispetto nei confronti della magistratura”. Per altri invece le dimissioni sono “un atto tardivo, visto che Gragnano era ormai diventata un’appendice dei “casertani” e del loro modo di fare politica”. Fatto sta che le attenzioni sono interamente proiettate sui possibili nuovi scenari. Tecnicamente infatti,la Patriarca ha 20 giorni di tempo per ritirare le dimissioni. Un lasso di tempo che potrebbe però essere insufficiente, visto che sul consiglio comunale di Gragnano incombe il rischio di scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Sarà il ministro degli Interni Annamaria Cancellieri infatti a decidere entro la fine di marzo, alla luce del lavoro svolto dalla commissione d’accesso inviata dal prefetto. Tutto è partito dall’inchiesta per brogli elettorali, aperta dalla Dda di Napoli, che in primo grado ha già portato alla condanna del presidente del consiglio comunale Giuseppe Coticelli (Noi Sud) a 3 anni e 2 mesi di reclusione, pena sospesa, insieme all’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. A questa vicenda giudiziaria, si aggiungono poi le istruttorie dell’Antimafia, composte di vari filoni. Tra questi, i 150 vani del cosiddetto “Housing sociale”, il piano di riqualificazione urbanistica che favorirebbe – secondo alcune ipotesi investigative – ambienti troppo vicini alla camorra locale e ad alcuni parenti del sindaco. Ed è anche di questo che si discute negli ambienti politici locali. “In questo difficile momento non posso che esprimere la piena solidarietà al sindaco – afferma Francesco Longobardi, assessore all’Urbanistica del Pdl – che, con le sue dimissioni, ha dimostrato di avere grande rispetto per le istituzioni. Credo, però, che a questo punto le dimissioni siano irrevocabili”. Per il centrosinistra invece, a parlare sono i vertici regionali. “Le dimissioni della Patriarca sono un inutile tentativo di alleggerire una gestione reticente di una vicenda di assoluta gravità – afferma Massimiliano Manfredi, presidente del Pd napoletano -, che rischia inevitabilmente di pesare sulla stragrande maggioranza dei cittadini onesti di Gragnano, a prescindere dal loro orientamento politico. Gragnano – conclude – meritava e merita di più di questo mortificante finale”. Per Francesco Borrelli invece, commissario regionale dei Verdi, “è ora di fare piazza pulita in tutti i comuni inquinati e colpire duramente ogni riferimento politico della camorra nella nostra regione. Gragnano – conclude – va sciolto in tempi rapidissimi”.

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