Il gruppo di Michele Palummo, sconfitto tre volte alle Comunali dal 1997 al 2007, è entrato in crisi. Può far finta di niente, può gettare le altre fazioni politiche in pasto all’opinione pubblica come penoso tentativo di nascondere il buco, ma non ce la fa. Chiunque, di sinistra, di centro o di destra, qualsiasi persona dotata di media intelligenza si è ormai accorta che il feeling politico tra lo storico gruppo fedelissimo a Palummo, oggi riciclato nel movimento Pimonte Libera, non c’è più. In questi giorni stiamo assistendo a un confronto, molto acceso, tra chi vede Palummo ancora perdente e, quindi, gli suggerisce di restare a casa magari anche a vantaggio del figlio Antonio e chi, invece, in maniera imperterrita, “preferisce perdere ancora con il capo”. Un dissenso forte, che coinvolge l’ex sindaco Luigi Amodio, alcuni consiglieri comunali uscenti, altri pezzi da novanta di Pimonte Libera. Un dissenso forte, palese a tutti i cittadini. Invece di tutto si può parlare tranne di questa storia. Perché, com’è scritto anche sulla bacheca facebook del movimento, i giornalisti non scrivono il vero e devono smentire. Perché i pimontesi non devono assolutamente sapere del dissenso. Insomma, va tutto bene madama la marchesa. Non disturbare il comandante. Che, a dire il vero, negli ultimi 15 anni ha imbarcato acqua in ogni competizione elettorale. Una sorta di Schettino della politica locale, che adesso si accinge (forse unico caso in Campania) a candidarsi per la quarta volta consecutiva a sindaco. Quel che conta però è che la ferita che si è auto inferta il gruppo Pimonte Libera manifestando questo dissenso non è destinata a guarire facilmente e potrebbe anche peggiorare. Oggi infatti appare ormai noto a tutti, che all’interno del movimento si sono formati due gruppi. E’ inutile che si tenti di ridurlo a un incidente di percorso. Il progetto scricchiola e “i nostalgici del professore” fanno fatica all’interno del movimento. Se poi vogliamo parlare delle ragioni per cui l’ex sindaco Amodio, il consigliere uscente Giuseppe Gargiulo e altri politici vicini da sempre a Palummo hanno deciso in un certo modo (e legittimamente) di differenziarsi dal resto della squadra, il quadro peggiora: i dissidenti hanno deciso di prendere questa decisione perché, nelle scelte fondamentali per il paese, restano sempre imbrigliati nella rete costruita ad arte dal “manovratore”. E proprio per questo in settimana si è svolta un’accesa riunione del gruppo. E la tensione è salita alle stelle quando i cosiddetti “dissidenti” hanno osato mettere in discussione la candidatura di Palummo. Inevitabile non chiudere con qualche osservazione finale: invece di affannarsi a cercare inutili smentite e accusare i giornalisti, perché lorsignori non s’interrogano sui motivi delle ultime tre sconfitte consecutive con Palummo candidato sindaco? Ancora, perché non parlano del fallimento dell’opposizione che, anche nell’ultima seduta della consiliatura, si è presentata in aula soltanto con due rappresentanti? E allora, visto che si parla tanto dei giovani, non sarebbe opportuno dare una scossa, in modo da rompere una volta per tutte con i vecchi schemi della politica cittadina? Giriamo i quesiti ai vertici di Pimonte Libera. Poi decidano loro perché, come spiega quel tale, domandare è lecito e rispondere è cortesia.
Francesco Fusco