Sala gremita di alunni e genitori, al tavolo dei relatori piccoli talenti. Sono stati, infatti, i ragazzi e le ragazze delle tre classi di seconda media a fare tutto, col supporto in chiave collaborativa di tutti i circa 30 insegnanti. E i ragazzi non hanno deluso le attese alternandosi al microfono e relazionando su tutto il percorso fatto col loro progetto, che come motto ha: riduci, ricicla, riusa. Video interviste a cittadini, corti, scenette di vita familiare, umorismo sano sulle cattive abitudini, messaggi chiari sui vantaggi della raccolta differenziata, canzoni all’uopo scelte, con un gruppo di giovani talenti al flauto, hanno deliziato la platea.
E gli interventi degli “adulti” hanno solo completato l’opera, collegando ai temi affrontati anche la radice legislativa. Compito toccato al prof. Enzo D’Angelo, che ha spiegato entrando nei particolari: i rifiuti sono classificati in rifiuti urbani e rifiuti speciali e, secondo le caratteristiche di pericolosità, in rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.
I rifiuti devono essere gestiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente e, in particolare senza determinare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo, nonché per la fauna e la flora; senza causare inconvenienti da rumori o odori; senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse, tutelati in base alla normativa vigente. Entro il 2020, la preparazione per il riutilizzo e il riciclaggio di rifiuti quali, come minimo, carta, metalli, plastica e vetro provenienti dai nuclei domestici, e possibilmente di altra origine, nella misura in cui tali flussi di rifiuti sono simili a quelli domestici, sarà aumentata complessivamente almeno al 50% in termini di peso.
“Per venire a scuola – precisa il prof. D’Angelo nel mostrare alcune sue foto – percorro lala SS.268 e non ho potuto fare a meno di immortalare la carcassa del frigorifero o i resti di canne fumarie che non è bello e vedere abbandonati sulla strada da persone prive di scrupolo. Quindi invito tutti a denunciare tali situazioni per sensibilizzare ed istruire le persone ad utilizzare canali leciti di smaltimento dei rifiuti”.
Gli fa eco il prof. Sasso illustrando altri aspetti scientifici del problema rifiuti e sfruttamento incondizionato delle risorse naturali e marine a livello mondiale, ottenendo un silenzio assoluto nel proporre alla sala la visione di sei minuti di un video, quello stesso video in cui una bambina zittì il mondo parlando per sei minuti alle Nazioni Unite nel 1992. Video che la sala si è impegnata a far girare tra quante più persone possibile.