Pompei: Dieci domande per il sindaco D’Alessio

Sono passati quasi tre anni dalle ultime elezioni amministrative a Pompei, e, giunti a oltre metà mandato, è tempo di bilanci sulla gestione della città mariana.
Agli inizi dello scorso febbraio abbiamo chiesto al sindaco di Pompei Claudio D’Alessio un’intervista sulla sua amministrazione, domande che, riteniamo, l’intera città vorrebbe rivolgergli.
Ed è qui che comincia il nostro calvario. Ci è stato chiesto di indicare in anticipo le domande e noi le abbiamo non solo inviate ma anche protocollate il 13 febbraio (n. 5626). Da allora sono passati quarantasette giorni e dopo rinvii e attese abbiamo deciso di pubblicarle e farle conoscere ai nostri lettori. Essendo trascorso diverso tempo sono state anche necessarie alcune modifiche per renderle attuali. In ogni caso aspettiamo tuttora la risposta del nostro primo cittadino cui saremmo ben lieti di rivolgere i nostri, e riteniamo non solo nostri, quesiti.
Proprio in un manifesto apparso nei giorni scorsi il primo cittadino parlava delle tante cose fatte, ma è nostro compito ricordare e chiedere anche di quelle solo annunciate o fatte, diciamo così, a metà.
1 In che modo la sua amministrazione intende impegnarsi per migliorare la condizione delle periferie, come promesso nel corso dei comizi elettorali anche dal palco di piazzetta Concordia a Messigno? In quella occasione si parlò di cinque anni da dedicare alle periferie, ma, stando ai fatti, vedi l’illuminazione natalizia, le aree lontane dal centro città in questi ultimi due anni e mezzo appaiono ulteriormente abbandonate in particolare per quel che riguarda la sicurezza, dell’arredo urbano ed i trasporti che penalizzano fortemente gli abitanti delle frazioni.
2 Come valuta gli interventi realizzati in Piazza Schettini e nella Fonte Salutare? I risultati sono chiaramente deficitarii rispetto ai progetti presentati ed in più occasioni abortiti. Progetti che sul finire dello scorso mandato videro coinvolti anche nomi di spicco come l’assessore Arch. Gambardella, purtroppo senza esiti degni di nota. Sono previsti dei nuovi interventi per ridare dignità a tutta l’area?
3 La riconversione dell’ “Aticarta” in centro commerciale è stata salutata come un successo. Cosa risponde alle preoccupazioni dei commercianti che la considerano la fine del commercio di vicinato a Pompei?
4 La presentazione del servizio di raccolta dei curricula dei candidati al collocamento nel centro commerciale “La Cartiera” ha costituito un’importante iniziativa dell’amministrazione comunale, rispetto alla quale persistono numerosi interrogativi. Suscita perplessità, innanzitutto, la tempistica dell’intervento, che appare a taluni tardivo, collocandosi a pochi mesi dall’apertura dell’ ipermercato, a fronte del diluvio di domande. Altri, del resto, ne contestano addirittura l’utilità, laddove la suddetta procedura non è obbligatoria, potendo, gli operatori commerciali, scegliere forme alternative di contatto col futuro personale. Polemiche, ancora, sono suscitate dal destino riservato ai profili inviati prima della nuova forma di registrazione, profili che sono stati, per l’appunto cestinati, nonostante vi fosse un apposito modulo rilasciato agli interessati.
5 È stato studiato, e se sì con quali risultati, l’impatto dell’ apertura del nuovo centro commerciale “La Cartiera” sulla viabilità della periferia sud di Pompei?
6 Tra i tanti progetti annunciati negli ultimi otto anni della sua amministrazione, molti sono sono stati realizzati, altri sono rimasti lettera morta. È proprio su questi ultimi che si deve concentrare la nostra attenzione in quanto il dovere dell’informazione è di riportare non solo quanto è stato fatto, ma soprattutto quello che non è stato fatto. Tra le prime opere incompiute che ci vengono in mente, e che hanno avuto risalto sulle pagine nazionali degli organi di informazione, ricordiamo la venuta a Pompei del genio dell’architettura Peter Eisenman per la realizzazione della nuova stazione della circumvesuviana o l’annunciata presentazione alla Biennale di Venezia del PUC, che doveva essere concretizzato dal prof. Palma, e che doveva cambiare il volto della città nuova. Ricorderà certamente anche l’annuncio della ormai certa realizzazione del “Museo del Sacro Cuore”.Un’altra opera, senz ’altro minore rispetto alle altre menzionate, ma ugualmente significativa per la popolazione di Messigno, riguardava la ristrutturazione della Piazzetta Concordia pubblicizzata anche dal nostro giornale e mai compiuta.
7 Come è stato possibile rilasciare autorizzazioni per la ristrutturazione delle “Case degli Operai” in assenza di documenti che attestassero con certezza la proprietà dell’immobile? La questione è al centro di interpellanze regionali e intanto Pompei oltre alle autorizzazioni, ci risulta, abbia contribuito anche economicamente al completamento dell’opera?
8 Quale sarà la prossima destinazione del “Satiro errante”, la sfortunata riproduzione della scultura dell’antica Pompei che nella città nuova non trova pace, costretto a nascondersi negli angoli più oscuri e abbandonati come una presenza ingombrante e sgradita, nonostante la sua folgorante bellezza?
9 Perché a Pompei i parcheggi pubblici diminuiscono come a Piazza Schettini o nell’area della 167 a causa della nuova rotonda? Che fine hanno fatto i parcheggi alternativi? Intanto a Pompei, a differenza delle cittadine limitrofe, non esiste il frazionamento del parcheggio in unità inferiori all’ora.
10 Il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi ha recentemente affermato “via la camorra dagli Scavi di Pompei”. La sua amministrazione ha fatto dei passi avanti importanti decidendo di costituirsi parte civile nei confronti dei responsabili dei crolli nel sito archeologico e partecipando alla cabina di regia per il controllo sugli appalti nello stesso. Tuttavia come si spiega la mancanza di una risposta immediata e forte da parte sua su un’affermazione così grave che coinvolge una parte essenziale, potremmo dire vitale, della comunità da lei amministrata?

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