Sono le ore 17 quando in una aula consiliare gremita del Comune vesuviano si da il via ad un interessante pomeriggio di convegno per riflettere su un tema più che mai scottante come quello della sanità vista dalla prospettiva “legalità”. Ad introdurre i lavori dal titolo evocativo “ legalità ed efficienza in sanità” per l’associazione Cittadinanza attiva è Raffaele Di Fiore con il supporto del dottore Francesco De Simone, nonché presidente, mentre a fare gli onori di casa è il Sindaco di Pollena l’Avv. Pinto che ringrazia l’ospite più atteso il Procuratore della Repubblica Paolo Mancuso, per l’importanza della sua figura in quanto testimonianza dell’interessamento delle istituzioni ad un argomento così sentito nella nostra Campania.
Di Fiore apre citando l’artico 32 della Costituzione italiana che sancisce legalmente il diritto ad accedere alle cure sanitarie e che purtroppo sempre più oggi non trova la totale attuazione.
Ad emergere è sicuramente l’accorato appello per la spinosa questione dell’ospedale locale Apicella esempio più pratico di un problema che coinvolge le utenza ben più lontane dal territorio su cui sorge e su cui il Sindaco assicura dei passi avanti in termini di progressivo recupero in seguito alla contesta chiusura del relativo pronto soccorso e si attendono, pertanto passi concreti da parte delle autorità sanitarie.
Col medesimo pragmatismo il procuratore Mancuso prende la parola per sottolineare le tante zone d’ombra che a malincuore persistono nel sistema sanitario e di quanto tutto ciò ricada sull’assistenza del cittadino. La questione della legalità, dunque, rientra a pieno in quella dell’efficienza sanitaria giacchè incide sui diritti del malato. Dal canto suo ancor prima di intervenire sui singoli errori delle cosiddette mele marce bisognerebbe interrogarsi sulle falle del sistema che permettono ai furbi di arricchirsi sulla salute altrui, come ci dimostrano le recenti vicende accertate in grandi presidi ospedalieri simbolo della sanità campana come il Cardarelli. Le deviazioni purtroppo sono possibili ed è lì che bisogna agire per evitarle anche se il percorso resta lungo e gli episodi dolorosi purtroppo non sono in diminuzione, riportando le sue parole: «Questa è la patologia, per restare in termini medici, che andrebbe curata».
La soluzione infatti più che di taglio economico deve essere innanzitutto sociale e gli interventi e i tagli che si dicono necessari dovrebbero non coincidere con la pari riduzione dell’efficienza dei servizi. L’utilità degli stessi o dei ridimensionamenti attuati sarebbe stata tale se quelle stesse risorse fossero state ripartite per i presidi persistenti aumentandone i prestazioni ed invece le chiusure sono state repentine, rappresentando disagio, mentre le inefficienze continuano lentamente ad ampliarsi.
Pur invitato al convegno non è stato presente il Governatore della regione Campania Stefano Caldoro eppure molte delle riflessioni sarebbero state rivolte proprio ai suoi interventi sulla sanità locale e in particolar modo dal dottor De Simone giunge l’appello a rivedere lo smembramento del nosocomio Apicella come esempio di intervento sbagliato (oggi il presidio medico costa di più di quanto costasse prima con l’attivazione del pronto soccorso) per cui si potrebbe ancor far qualcosa, vista la posizione strategica e l’ampio bacino di utenza che fino ad allora raccoglieva. Oggi ci ritroviamo che tra Avellino e Napoli non c’è un pronto soccorso davvero efficiente con l’unica soluzione di arrivare al Loreto mare. Se come afferma De Simone: «Efficiente è qualcosa che risponde ai fini per cui è stata creata» e oggi curarsi spinge i malati a rimetterci di tasca propria allora l’efficienza del servizio sanitario attuale è un concetto ancora lontano.
Stella Porricelli