A Pompei sbarca “Disonorevoli”, il nuovo libro di Tonino Scala

Basta un libro per dare speranza in una terra che ha perso anche questo? È l’interrogativo che si sono posti gli organizzatori della presentazione del libro di Tonino Scala. Una gran bella serata all’insegna della legalità nella libreria Mondadori di Pompei, presentato ieri sera Disonorevoli. Politica & Camorra: matrimonio all’italiana del politico scrittore Tonino Scala. A moderare l’incontro un duo d’eccezione la giornalista de La città Maria Rosaria Vitiello e Francesco Paolo Oreste scrittore politico ed attivista . Un dibattito che non poteva non partire dalla vicenda  che riguarda Lo scioglimento di comuni campani per infiltrazioni camorristiche. “Bisogna fare chiarezza non tutta la politica è collusa con la camorra bisogna riaccendere la speranza nei giovani” ha affermato il giovane rappresentante d’istituto molto applaudito dai suoi coetanei, un intervento che ha dato speranza ai tanti giovani presenti. La libreria Mondadori della città Mariana stracolma di giovani, curiosi ed attivisti politici per provare a ripercorrere la storia dei rapporti tra pezzi delle istituzioni ed antistato. L’analisi di Scala inizia dal dopo terremoto del 1980 con l’eclatante sequestro dell’assessore regionale ai lavori pubblici Ciro Cirillo, avvenuto a Torre del Greco nell’aprile del 1981 da parte delle Brigate Rosse. Ma del sequestro, Tonino Scale ne cita anche un secondo, questa volta da parte dello Stato italiano. E per la liberazione lo Stato trattò con la nuova camorra organizzata di Cutolo affinché questi potesse far pressione sulle BR. L’indagine di Tonino Scala procede a trecentosessanta gradi esaminando i vari campi in cui la criminalità organizzata esercita la sua asfissiante pressione e cioè dalla sanità alle imprese edilizie, dallo smaltimento dei rifiuti alla politica. Inoltre intrecciandosi col potere economico e partitico, attraverso nuovi adepti arruolati tra insospettabili professionisti, la camorra ha creato una nuova leva di Gattopardi. “Per decenni, molti studiosi, giornalisti, addetti ai lavori che hanno indagato sulla camorra, e in generale sulle mafie, lo hanno fatto procedendo spesso per categorie assolute che non hanno certo facilitato, a mio avviso, la comprensione reale del fenomeno. Buoni e cattivi, vittime e carnefici, santi e peccatori. Il tutto condito da un racconto iconografico (la pungitura delle dita, i santini bruciati, i giuramenti con le gocce di sangue e tutti quei riti di questa pseudo-religiosità) che ha contribuito a pensare la camorra come un qualcosa di meridionalmente arcaico, dove l´elemento della tradizione costituisce la sostanza stessa del fenomeno criminale. In realtà se è vero che il ruolo della tradizione, come provano molte intercettazioni telefoniche, riguarda sicuramente l´affiliazione, il proselitismo e vale quasi come codice culturale, è altrettanto vero, e le pagine che seguono lo spiegano molto bene, che le mafie oggi sono una malattia opportunistica, un mix di tradizione e innovazione“. Ha affermato l’autore Tonino Scala nel corso del dibattito.

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