Gragnano sciolta per infiltrazioni camorristiche: Pensiamo a ricostruire non a litigare anche in un momento tragico per la città. Ho visto troppi galli a cantare in questa vicenda. Ho visto troppe dichiarazioni ambigue. Ho visto più ad interessi che mirano alle future elezioni politiche in vista di ipotetici collegi elettorali, che dichiarazioni che riportino un clima di normalità. È il momento del silenzio e della ricostruzione, da parte di tutti, se questa vicenda non servirà a far aprire gli occhi, ad estirpare il cancro della cultura dell’omertà, della delega, dell’indifferenza, se non servirà a scuotere le coscienze di una comunità chiamata a ritrovare sé stessa e la propria dignità, allora sarà stato tutto vano. Questa triste vicenda deve servire a costruire cittadini e a costruire una classe politica all’altezza del compito. L’istituto dello scioglimento, malgrado tutti i limiti rappresenta un valido strumento nella lotta alle mafie e nel contrasto alle infiltrazioni malavitose. La legge 94 si sta dimostrando peggiorativa rispetto al passato. La norma ha introdotto presupposti per lo scioglimento molto più rigidi e stringenti così si rischia di confinarla solo ad episodi eclatanti, perdendo in questo modo la natura preventiva della legge, la funzione di utile controllo per la quale era nata. I sette comuni sciolti con la nuova legge sono casi eclatanti, di riflesso la vicenda Gragnano come quella di Pagani rappresentano casi eclatanti, c’è poco da capire, c’è poco da fare filosofia. Servono atti concreti da parte di tutti. Serve un riscatto collettivo, chi non vede è perché non vuole vedere ed è preso da altre questioni. L’atto di scioglimento che ha natura amministrativa è un decreto del presidente della repubblica, non è una condanna penale, ma una macchia politica. I ritorni in sella degli amministratori sono, però, una costante. Alleanze? Chi parla di questo non vuole affrontare il problema. Oggi serve ricostruire la città, il suo tessuto sociale, e da sinistra dico, serve ricostruire il centrosinistra. Un centrosinistra in grado di governare la città, non credo nelle grandi ammucchiate. Credo nella ricostruzione che deve partire da noi. C’è chi parla pensando più a Gragnano come la roccaforte di uno schieramento di centrodestra che al futuro di una terra bella e complessa. Lo scioglimento di un Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche costituisce di per sé sempre un evento doloroso e traumatico. Esistono però circostanze in cui l’intervento dello Stato può e deve essere considerato come l’occasione per aprire uno squarcio di verità, per chiudere una stagione e aprirne un’altra. Non è il momento per le polemiche, chi le fa ha solo voglia di provocare. Troppe provocazioni ha avuto il territorio, in questa fase così drammatica e delicata della vita politica e civile della città di Gragnano, l’auspicio che davvero questo momento segni l’inizio di un nuovo percorso di impegno e responsabilità per tutta la comunità gragnanese. La lotta alle mafie si fa recidendo con convinzione i legami che tengono uniti gli interessi criminali ai silenzi e alle complicità del mondo politico-istituzionale, dell’imprenditoria, delle professioni. Colpire questa zona grigia, nella quale il confine tra la legalità e l’illegalità diviene sempre più labile, diventa allora condizione necessaria per avviare una nuova primavera, nel nome di quanti, fino ad oggi, hanno sacrificato la loro vita per costruire verità e giustizia. Ne va del futuro di questa terra e della speranza dei giovani.
Tonino Scala