Prima di tutto, che cosa sono gli oli vegetali esausti? Sono essenzialmente oli di conservazione per gli alimenti tipo tonno, funghi e vari sott’olio, oli fritti, grassi raccolti da griglierie, oli e grassi di cottura, burro etc. Dopo la frittura, l’olio alimentare modifica la sua struttura polimerica originaria, si ossida e assorbe le sostanze inquinanti dalla carbonizzazione dei residui alimentari.
Una volta scaricato nelle fogne, lo scarto dei comuni oli vegetali che si utilizzano in cucina, si trasforma in un potente agente inquinante.
In particolare, gli oli vegetali esausti sono pericolosi: per il sottosuolo, rendendo inutilizzabili pozzi di acqua potabile anche molto lontani; per la flora, impedendo alle radici delle piante l’assunzione delle sostanze nutritive; per qualsiasi specchio d’acqua impedendo l’ossigenazione e compromettendo l’esistenza della flora e della fauna; per i depuratori influenzandone il corretto funzionamento.
La cosa più grave è che la quasi totalità dell’olio esausto viene gettata dalle utenze domestiche nel lavandino, oppure nel water, e dunque immessa nel sistema fognario o direttamente nell’ambiente e in mare. Un solo litro d’olio inquina uno specchio d’acqua grande quanto un campo da calcio, l’equivalente di 1.000.000 (un milione) di litri d’acqua.
Questi danni possono essere evitati con un attento riciclo del materiale dannoso, ma non solo: gli oli vegetali esausti possono essere impiegati nella produzione di energia elettrica e termica da fonte rinnovabile, biodiesel, saponi, ecc. con conseguente risparmio di risorse naturali.