Regione, approvata la nuova legge regionale sui beni confiscati alla criminalità organizzata

 

Presidente Amato, quant’è importante questa nuova legge sui beni confiscati alla criminalità organizzata ?

“E’ una legge importantissima, perché la regione Campania si fa carico di seguire attraverso una norma, l’attrazione dei beni confiscati alla camorra, per creare attraverso questi beni economia sociale. Ci sono molti esempi in Campania di buona amministrazione di questi beni, ad esempio proprio lì nelle terre di Don Peppino Diana, dove c’è la nuova cucina organizzata, ci sono cooperative che gestiscono terreni agricoli e fanno prodotti agricoli, come la mozzarella della legalità, quindi partendo proprio da  queste esperienze, e con riferimento all’associazione Libera di Don Ciotti, questa legge stabilisce il fondo per la valorizzazione dei beni confiscati, già da quest’anno attivati con bandi pubblici, dall’anno prossimo sarà attivato il fondo di rotazione per dare sostegno ai comuni ed agli enti preposti di gestire i beni confiscati, anche attraverso le associazioni e le cooperative, e poi c’è il fondo di ammortamento prestiti, che serve a togliere ipoteche ai beni. Poi la legge istituisce l’osservatorio regionale sui beni confiscati, è importantissimo l’osservatorio regionale perché può andare in sinergia con l’agenzia nazionale dei beni confiscati, ed una sede di questa sarà istituita a Napoli, tra qualche mese ci sarà la sede anche a Napoli. Si tratta di non vanificare gli sforzi delle forze dell’ordine e della magistratura che stanno combattendo la criminalità organizzata, e sequestrando i beni in loro possesso. Se noi non utilizzassimo quei beni, non daremmo risposte ai giovani sul lavoro, e quindi dobbiamo dimostrare che questi beni possono essere utilizzati legalmente”

In risposta al dramma della precarietà giovanile, quanto possono costituire questi beni confiscati opportunità di lavoro ?

“Questi beni possono costituire, come si vede in altri posti, a Santa Maria Capua Vetere, Santa Maria la Fossa, opportunità per sviluppo di occupazione e di economia sociale. Quindi noi dobbiamo utilizzare questi beni, ad esempio proprio ultimamente è stata confiscata una struttura tra le più grandi in Italia, che è la Balzano di Santa Maria la Fossa che dava lavoro a 1000 persone, c’era la Parmalat e la Cirio, ed invece ora è così abbandonata, e c’è un progetto di ripresa e di valorizzazione di quella struttura, che ha un’area di 300 ettari, pari all’area di Coroglio, la riqualificazione di Bagnoli,  quindi non è una sciocchezza, c’è un punto di sostanza, cioè che veramente si può dare occupazione. E poi c’è un punto simbolico, cioè una risposta netta alla criminalità dimostrando che con quelle strutture si può creare economia legale”.

 

Legata al dramma della precarietà giovanile c’è la questione del polo industriale, soprattutto con riferimento agli stabilimenti Fiat ed Alenia di Pomigliano d’Arco, cosa pensa dei recenti sviluppi ?

“Penso che vi sia rispetto al polo industriale una grande questione democratica e di democrazia operaia dei lavoratori,   che non può essere smantellata. Fermi restando gli accordi fatti dalla Fiat, noi dobbiamo essere vigili sulle risposte che devono essere date a Pomigliano con la realizzazione della nuova Panda, non può più andare avanti la discriminazione con gli operai iscritti alla Fiom e che non sono stati ancora assunti dalla nuova società, e su questo anche i parlamentari campani hanno presentato delle interrogazioni e delle interpellanze al governo Monti, perché questo non può esserci in un Paese civile e soprattutto nella nostra regione che ha storia di lotte e di conquiste ottenute dagli operai”.

Parliamo infine dello stato di salute del Pd campano, e soprattutto nell’area Vesuvio Nord, come mai al Pd non riesce ancora a convincere le persone ed ottenere i consensi sperati ?

“La costruzione del Pd è calata in un momento di estrema sfiducia da parte dei cittadini nei confronti della politica, allora la politica la si deve affrontare in un modo diverso, come spirito di servizio, e noi più degli altri abbiamo questa vocazione, anche se a volte facendo anche autocritica questo non appare, anche se a volte l’anti-politica ha prodotto la sconfitta del centro-destra, perché l’anti-politica si era coalizzata, come a Napoli con la vittoria di De Magistris. A Napoli il centro-destra è stato battuto da un centro-sinistra diverso, non un centro-sinistra tradizionale. Ora anche qui non si tratta di dare solo un valore simbolico. Anche a Napoli dobbiamo continuare a dare risposte alla gente da una parte, e dall’altra parte dobbiamo ricostruire un partito che veramente faccia affidamento sui giovani, perché fare affidamento sui giovani vuol dire fare affidamento sul futuro, certo accompagnare con le esperienze, ma senza presunzione di fare paternalismo, noi dobbiamo costruire una nuova classe dirigente del nostro partito che abbia al suo interno le migliori esperienze, giovanili soprattutto, noi dobbiamo spalancare queste porte e dire che c’è spazio per tutti quelli che hanno volontà di far rinascere le nostre idee e di stare al servizio delle nostre comunità”.

Massimo Venturi