Pompei: dopo cinquantadue giorni D’Alessio chiede ancora tempo per rispondere

Dieci domande per il Sindaco di Pompei Claudio D’Alessio. Dieci quesiti che toccano i punti essenziali dell’amministrazione cittadina, che, ormai da otto anni, è sotto la sua egida. Dopo la pubblicazione degli interrogativi inviati al primo cittadino, questi ha espresso la sua intenzione di rispondere a noi e alla città intera che pone analoghe questioni. L’unica postilla a questa dichiarazione d’intenti sono “i tempi tecnici” che dobbiamo rispettare, tempi tecnici che aspettiamo da ben cinquantadue giorni. In ogni caso, in attesa dello sviluppo degli eventi, ritorniamo con la memoria al contenuto delle nostre “Dieci Domande”. La prima vexata quaestio della Pompei moderna riguarda lo stato delle sue periferie: agglomerati che contano una popolazione nutrita eppure bistrattati da anni, nonostante proprio dalla Piazzetta Concordia di Messigno lo stesso sindaco si era impegnato a dedicare il suo secondo mandato a queste frange estreme del comune. D’altronde, se le periferie piangono il centro non ride: gli esiti deficitarii del rinnovamento di Piazza Schettini e della Fonte Salutare sono sotto gli occhi di tutti, e sono incerte le prospettiva di quelle che erano importanti aree di parcheggio e di ritrovo. D’altro canto, non tutte led opere annunciate da tale amministrazione sono state realizzate: basti pensare al PUC che doveva essere presentato alla Biennale di
Venezia, al Museo del Sacro Cuore o alla Piazzetta Concordia di cui i cittadini di Messigno attendono ancora la ristrutturazione. Altri punti controversi rimangono all’ordine del giorno a Pompei: le case degli operai, ad esempio, per cui si registrano interpellanze regionali che chiedono conto della proprietà delle stesse, questione che sembra ancora aperta, mentre, in ogni caso, le strutture sono state messe a nuovo. Grande apprensione è stata manifestata, d’altra parte, per l’apertura del nuovo centro commerciale “La Cartiera”, determinata dalla riconversione dello stabilimento “Aticarta”: alcuni paventano la fine del commercio di vicinato, altri temono le ripercussioni sul traffico cittadino, altri ancora mettono in discussione le modalità di selezione del personale. In questo contesto si inscrive l’iniziativa dell’ amministrazione di creare un link sul proprio sito per raccogliere i curricula, iniziativa che i più giudicano tardiva e poco utile, se è vero che le società non sono obbligate ad attingere da tale contatto i profili professionali richiesti.
Altra nota dolente nella gestione pubblica sono i parcheggi: non solo a Pompei manca la possibilità di frazionare la sosta oraria, ma si assiste alla progressiva scomparsa dei posti auto, e Piazza Schettini ne è un emblema esaustivo. Non poteva mancare, tra le nostre preoccupazioni, la destinazione del Satiro errante che, dopo lunghe peregrinazioni, occupa da qualche tempo un angolo di via Plinio.
Tuttavia, dati gli errabondi trascorsi, sarà quella la sua dimora definitiva? Come non toccare, in conclusione, il tema degli Scavi che tanta parte hanno nella vita di Pompei. A tal proposito il Ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, qualche mese or sono, ha affermato: “Via la camorra dagli Scavi”.
Nonostante i passi avanti dell amministrazione cittadina nel costituirsi parte civile nei processi sui crolli, o partecipare alla cabina di regia sugli appalti nel sito, il silenzio del primo cittadino in quell’ occasione è stato assordante. Come lo è, in effetti, su queste domande.

Claudia Malafronte

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