Scafati: il Consigliere De Marino si esprime sulla politica attuale

Giorno dopo giorno ci svegliamo e assistiamo a scandali che sembravano essere sepolti da anni. In realtà scopriamo che l’era tangentopoli non è mai finita. Anzi questa situazione sembra anche di più ampia portata. Mai come adesso la buona politica deve intervenire in maniera drastica sulle questioni facendo scelte coraggiose. Sulla questione è intervenuto il consigliere comunale Espedito De Marino: “Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possono essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Queste le parole di Ghandi che io vorrei trasferire ai Partiti della ormai “tramontata” seconda Repubblica. Tutti parlano della legge elettorale ma nessuno la cambia, tutti gridano allo scandolo dei rimborsi elettorali ma nessuno li cancella (potrebbero, considerato il “male comune ormai acclarato” farlo per decreto). Anche il nostro Vescovo Mons. Beniamino Depalma ha inviato una Lettera a noi amministratori dove in sintesi ci chiede di essere “promotori della Speranza e Amministratori della Carità per una crescita Spirituale della nostra citta”. Io la condivido pienamente e alla Chiesa, a tal proposito, chiedo di esserci più vicina, di vigilare sulla nostra azione politica e amministrativa, verificare e controllare il nostro operato e talvolta indirizzarlo sempre di più al bene comune. Con le dimissioni di Bossi si delibera l’ennesimo furto allo Stato Italiano, l’ennesima tesoreria occulta un bel po’ di milioni di euro, l’omologazione della Lega agli altri partiti (cosiddetti) destituisce definitivamente la tanto acclarata seconda Repubblica. E allora, che fare ? Occorre davvero, urgentemente, senza falsi moralismi e senza indugi una riforma della politica e dello stato sociale. Una sincera semplificazione delle “regole” che inducono tutti al rispetto di esse e a “servire lo stato”, fedeli al tricolore e soprattutto al “popolo sovrano” che si rappresenta. Che faremo nei prossimi giorni ? A tutta la classe politica, in special modo a chi si rivede in quei valori e sentimenti che hanno costruito l’Europa chiederemo (quanto più uniti è possibile): L’ ABOLIZIONE dei rimborsi elettorali ai Partiti anche perchè mi chiedo: ma quali rimborsi ? Se fossero tali dovrebbero servire a “rimborsare” le spese sostenute in campagna elettorale. Io stesso mi sono più volte candidato e quindi affrontate, se pur minime, spese legate a manifesti, locandine, inviti, spese di affissione, spese di pubblicità, tamburini su giornali e spot radiofonici e televisivi, cene ed incontri conviviali con amici e sostenitori, locazioni di sedi. Mi sono candidato con il P.P.I., con una lista civica e con Italia dei Valori. Nessuno di questi “movimenti” mi ha mai rimborsato alcunché , tanto è vero che le “tesorerie” occultate da tutti ( 1992/92  PSI: Vincenzo Balzamo,  DC: Severino Citaristi, PCI: Marcello Stefanini, 2011/2012 UDC: Giuseppe Naro, La Margherita: Luigi Lusi, Lega Nord: Francesco Belsito, ecc…) sono piene di soldi, quindi non hanno rimborsato nessuno e sono utilizzati da pochi ladroni per fini personali e non per “sostenere” i partiti e la politica sicché oltre ad aver frodato lo stato hanno anche impedito l’esercizio democratico e quindi le pari opportunità agli stessi candidati e allora sarebbe giusto che tutti quei candidati che mai hanno ricevuto alcun rimborso si costituissero parte civile in quei processi in atto ai tesorieri ladroni. Ma vi sembra normale che in Parlamento ed in Senato vi siedano nominati e non eletti ? Ma vi sembra giusto non potersi scegliere la propria classe dirigente ? E’ palese a tutti che ormai siamo “espropriati” di ogni diritto, di ogni democratica azione sociale e politica. Vi siete chiesti come avvengono le “selezioni” della classe politica nazionale ? Chi decide chi candidare ? Su quali criteri ? A chi bisogna presentare il proprio curriculum studiorum et vitae per  aspirare a diventare “rappresentante del popolo” ? A destra, a sinistra e al centro, a tutti i leader/ capi di partiti fa comodo scegliersi i propri “amici”, i propri “compari”, i “fiduciari” di turno. Noi diciamo basta ed inviteremo a non votare se non ristabiliamo le preferenze e ridisegniamo i territori da “rappresentare”. Noi stessi, operatori politici, facciamo fatica a riconoscere il parlamentare eletto nella nostra circoscrizione, a ricordarne il nome, proprio perché non vi è, a causa della legge elettorale, un rapporto fra gli eletti ed il territorio per il semplice motivo che non sono stati eletti. Dopo la riforma del titolo V della Costituzione è giusto riformare lo stato, renderlo più snello nelle procedure burocratiche e più moderno nelle tecnologie. Ciò nonostante non possiamo e non dobbiamo discostarci dalla dottrina sociale della Chiesa e quindi dai principi di SOLIDARIETA’ e di SUSSIDIARIETA’ fra i popoli e fra le genti. Per questo diciamo NO ad un federalismo “leghista” e ad uno sciacallaggio sociale, vogliamo costruire un FEDERALISMO SOLIDALE per uno Stato unito e liberale attento alle politiche per la FAMIGLIA (Istituita fra uomo e donna, pur garantendo le condizioni legali ad altre unione che mai però debbono essere omologate alla FAMIGLIA tradizionale) e alle Politiche Sociali soprattutto verso i diversamente abili. Particolare attenzione va riservata al mondo del LAVORO, vero dramma sociale a cui immediatamente bisogna porre rimedio prima che sia troppo tardi.  Bisogna intervenire nella scuola per indirizzare i discenti a scelte che poi possono risultare idonee all’immissione nel mercato dell’occupazione, bisogna predisporre classi atte a promuovere la FORMAZIONE PROFESSIONALE nonchè l’apprendistato. Bisogna interagire con l’Europa ed individuare quelle esigenze dei vari livelli occupazionali, non dobbiamo più confondere la Cultura, la conoscenza, la scienza, con il lavoro. E’ banale immaginare di laureare 100 medici quanto ne servono 10, almeno dobbiamo essere in grado di INFORMARE i giovani su ciò che sono le richieste di professionalità (mancano ad esempio carpentieri, idraulici, specialisti del settore edile, e altro…) ed avvertirli del rischio che corrono dopo aver studiato molti anni una disciplina satura poi dal punto di vista lavorativo, lasciando ovviamente poi libertà di scelta. Ad essi dobbiamo proporre il coraggio di scelte alternative, diverse, come ad esempio ritornare alla terra e attrarli verso l’impresa agricola, foriera di moderna ed esemplare occupazione. Infine una  massiccia attenzione va rivolta all’AMBIENTE. Tema di grande attualita’ e di rinnovata preoccupazione. Non è un caso che aumentano le patologie legate alla condizione ambientale, paesaggistica, delle nostre comunità. Il nostro creato è deturpato, offeso, avvilito. L’aver costruito in maniera esponenziale ha prodotto danni ormai irreparabili. Lo smog e lo stress affliggono le cittadinanze che inconsapevoli di quanto puo’ essere nocivo questo modus vivendi quotidianamente si sottopongono ad “attentati al corpo e all’Anima”. Non sottovalutiamo l’ opportunita’ di monitorare i nostri “Ambienti” di renderli più vivibili ad ogni costo. Iniziamo ad immaginare municipalità a misura d’uomo, dove ancora il suono di una campana può rimembrare la quotidianita’ fatta di lavoro, di famiglia, di pace, di gioia, di benessere per tutti e non solo per pochi. Voglia  per questo Dio benedirci ed affiancarci per quanto da domattina saremo capaci di mettere in campo”.

Aniello Danilo Memoli

 

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