Pompei: presentato al comune il progetto “iPompei” sull’innovazione per i beni culturali

Le nuove frontiere della tecnologia possono essere utilizzate ai fini della gestione, conservazione e fruizione dei beni culturali. È questo il concetto fondamentale del progetto “iPompei” presentato giovedì 12 aprile nell’aula consiliare del comune alla presenza del vicesindaco Claudio Alfano, del professor Nicola Pisacane della Seconda Università di Napoli, del dottor Antonio Rinaldi della società Ambrosetti e dell’avvocato Venanzio Vitiello, coordinatore dell’evento. L’iniziativa ha ottenuto il finanziamento della regione Campania e dell’Unione Europea ed è stata realizzata dal comune in collaborazione con la facoltà di architettura della Sun, l’impresa Ambrosetti THEA e il centro regionale di competenza Benecon. L’ambizione dei partecipanti è trasformare la gestione dei beni culturali di Pompei in  un modello che coniughi innovazione e patrimonio artistico, mettendo in rete le imprese del settore e rendendo i parchi archeologici non solo ben conservati e fruibili ma anche un volano per l’economia dell’area vesuviana. Si consideri, del resto, che l’Italia, ha ben quarantasette siti dichiarati patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, numeri che nessun altra nazione può vantare. Eppure non sempre il potenziale turistico ed economico legato a tale bellezza e cultura viene sfruttato, limitandosi a raccogliere le briciole di una ricchezza immensa e senza pari. Per valorizzare una risorsa essenziale del nostro territorio il comune di Pompei ha indetto ben quattro giornate di incontri tra aprile e giugno 2012 per discutere delle nuove frontiere della gestione dei beni culturali e dell’ottimizzazione del relativo sfruttamento, andando al di là del turismo stagionale. L’appuntamento, che mira a diventare annuale, avrà inizio il 27 aprile, per proseguire con un forum dal 3 al 5 giugno,  e analizzerà le diverse problematiche connesse ai beni culturali coinvolgendo personalità di spicco del panorama accademico internazionale. Tale manifestazione, quindi, contribuisce a rendere Pompei capitale della cultura digitale, come già sperimentato col progetto McLuhan, e potrà costituire l’occasione per superare il solco tra la Pompei antica e moderna, perché rappresentino finalmente un sistema integrato di cultura e sviluppo per il nostro territorio.

                                                                                                                    Claudia Malafronte

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