Portici, rinvii a giudizio e avvisi di garanzia: ecco tutti i guai giudiziari dell’amministrazione

Legalità. E’ questo l’aggettivo che, dalle vittoriose elezioni comunali del 2009 che hanno dato il via al secondo mandato targato Vincenzo Cuomo, l’attuale amministrazione comunale utilizza per contraddistinguere il proprio operato. Un aggettivo che tuttavia non ha portato fortuna ai componenti delle forze di governo della città. Infatti, dal 2009 ad oggi, numerosi provvedimenti giudiziari hanno colpito dirigenti, assessori e consiglieri comunali di palazzo Campitelli. La prima bufera che colpisce il comune di Portici risale al 2010, quando dieci dipendenti comunali vengono iscritti nel registro degli indagati con l’accusa di peculato. Tra gli indagati ci sono anche l’assessore ai lavori pubblici Rosario Frosina, ex vicesindaco e “uomo di fiducia” del primo cittadino, che potrebbe essere uno dei prossimi contendenti alla fascia tricolore, il capo – gabinetto del sindaco Pierino Piro ed il dirigente dell’avvocatura municipale, Antonio Albo. Pochi mesi prima, invece, furono denunciati trentaquattro dipendenti comunali “fannulloni” proprio su segnalazione del sindaco Vincenzo Cuomo. Altra tegola giudiziaria per i dirigenti comunali arriva nell’ottobre del 2011, quando Giovanni Mignano e Corrado Auricchio vengono rinviati a giudizio. Mignano,  responsabile del quinto settore che gestisce  lavori pubblici, edilizia scolastica, espropri, gestione impianti, urbanistica, P.R.G., edilizia privata e progetti speciali, ed Auricchio, responsabile del secondo settore che gestisce i servizi finanziari, le partecipazioni societarie, il controllo di gestione, le gare ed i contratti, il trattamento economico del personale, commercio, tributi, contenzioso tributario, gestione entrate, concessioni, affissioni e pubblicità, provveditorato, economato, inventario beni mobili, igiene urbana, verde, politiche ambientali, igiene e sanità, gestione impianti a rete ed innovazione tecnologica, autoparco, magazzino ed utenze,  avrebbero reso favorevoli le condizioni economiche di un esproprio di un terreno di via Salute, disposto dall’amministrazione Cardano nel lontano 1988. I dirigenti dovranno rispondere anche di falsa testimonianza per aver ostacolato le indagini. Il 2012 inizia con un nuovo rinvio a giudizio che colpisce un componente della giunta comunale. Si tratta di Ferdinando Farroni, giovane assessore alle Risorse Umane reo di aver accettato nel 2005 un incarico da dirigente nello staff dell’ex assessore regionale alla sanità Angelo Montemarano. Legati da una strettissima amicizia, sia Farroni che Montemarano sono indagati per la vicenda insieme ad Andrea Abbamonte (ex assessore regionale). Per i pm, infatti, Farroni non avrebbe avuto tutti i requisiti per ricoprire il ruolo di dirigente. L’ultimo guaio giudiziario è arrivato la scorsa settimana in casa del Partito Democratico. Ad essere rinviato a giudizio questa volta è Michele Palumbo, consigliere comunale da vent’anni. Palumbo dovrà difendersi dall’accusa di voto di scambio, per una questione che risale al 2002. Il consigliere avrebbe promesso in cambio di soldi ed una mano in periodo elettorale, un impiego ad un 40enne. Secondo la persona interessata, Palumbo non avrebbe mantenuto la promessa e nel 2009 denuncia il fatto. Dal canto suo, il consigliere comunale ha spiegato che non corrisponde a verità tutto quello che è stato detto e scritto sulla vicenda, e che le forze dell’ordine non lo avrebbero colto in fragranza di reato come riportato da alcuni quotidiani.

Andrea Scala

 

 

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